“Le indagini per l’assassinio di Maria Chindamo hanno portato alla luce particolari raccapriccianti. Maria è stata uccisa e Chindamo data in pasto ai maiali. I suoi resti sono stati macinati da un trattore cingolato.
La ‘Ndrangheta ha messo tutta la sua efferatezza nell’omicidio di Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa il 6 maggio 2016 all’età di 42 anni mentre si trovava nella sua tenuta agricola di Limbadi, paesino in provincia di Vibo Valentia. L’inchiesta Carthago-Maestrale proprio di recente ha fatto luce su molti punti dell’orribile omicidio. la Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri ha ricostruito il delitto di Maria Chindamo che si era ribellata alla ‘ndrangheta e aveva deciso di gestire i terreni di sua proprietà dopo il suicidio del marito, Ferdinando Puntoriero, morto l’8 maggio 2015. Una ferocia senza confini che va sradicata dalla nostra terra insieme alla mentalità violenta, liberticida e maschilista della Ndrangheta. L’esempio di Maria ha però ha permesso a tante e a tanti di trovare la forza per reagire e di liberarsi dalla sottomissione del potere criminale. Seguendo l’esempio dell’Associazione Libera dobbiamo restare vicini alla famiglia di Maria e aiutare tutte le donne che devono essere libere di scegliere chi amare, libere nella battaglia dell’autodeterminazione e nelle piccole scelte quotidiane e nel poter fare impresa per avere un lavoro dignitoso. Facciamo in modo che il sacrificio di Maria non sia stato inutile ma sia di insegnamento per chi deve compiere una scelta tra il bene e il male. Maria ci ha rimesso la vita per indicare a tutti noi qual è la strada maestra. Non abbandoniamola”.
Lo scrive in una nota Amalia Bruni, gruppo Pd e vicepresidente della Commissione Antindragheta.