“L’emblema del disastro della nostra Sanità può essere tranquillamente Azienda Zero, il presidente Occhiuto l’aveva sbandierata come la panacea a tutti i mali del settore e invece, dopo oltre un anno mezzo continua a essere un oggetto misterioso del quale non si capisce l’utilità, se non quello di elargire un po’ di consulenze. “Azienda Zero è un ente del Servizio sanitario regionale dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia imprenditoriale, tecnica, gestionale e contabile ed è stata istituita per perseguire la programmazione, la razionalizzazione, l’integrazione e l’efficientamento, nonché il controllo direzionale e gestionale dei servizi sanitari, sociosanitari e tecnico-amministrativi del Servizio sanitario regionale”.
E’ detto tutto nella nota che serviva a spiegare il suo funzionamento. Invece, dall’istituzione del nuovo ente di governance ad oggi, si sono alternati diversi interventi politici e legislativi con rimandi normativi e modifiche di articoli e commi. In particolare, sono state approvate già ben cinque leggi volte a modificare l’originario impianto normativo del dicembre 2021 che di fatto non hanno chiarito scopi e funzioni dell’ente aumentando addirittura il caos. Su Azienda Zero, considerata strumento strategico e salvifico dal nostro Commissario/Presidente dopo ben cinque modifiche legislative, ancora persistono incongruenze e confusione nelle competenze tra Aziende, Dipartimento Salute e la stessa Azienda Zero. Da mesi assistiamo al ping-pong delle sue competenze previste alle Asp. Non è uno spettacolo edificante, ancora prima di cominciare si delegano funzioni ad altri. Qualche esempio? Il reclutamento del personale Emergenza/Urgenza per l’Asp di Catanzaro, poi ritirata, la GSA (Gestione sanitaria accentrata) al dirigente del dipartimento. Insomma una confusione assai dannosa. La verità è che Azienda Zero deve essere ancora costruita e dotata di una pianta organica. Ci sarebbe piaciuto capire quale piano socio sanitario ha in mente il Presidente/Commissario, dove deve andare questa nostra sanità, come viene tutelata la sanità pubblica. Una cosa è certa, la Sanità calabrese avrebbe dovuto essere riformata profondamente per colmare le enormi lacune e ridurre il gap di prestazioni che oggi abbiamo con altre regioni. Se lo strumento identificato per fare questo lavoro è Azienda Zero, dobbiamo amaramente concludere che appare profondamente inadeguato”.
Lo scrive in una nota Amalia Bruni, Gruppo Partito Democratico, Vicepresidente della Commissione Sanità in Consiglio Regionale.