“Un bando Sacal che di fatto esclude gli operatori calabresi, ha fatto bene la Bruni a predisporre una interrogazione alla quale chiedo di inserire anche il ripristino di un cda.
Ancora una volta devo constatare che la mancata istituzione di un consiglio d’amministrazione alla Sacal produce effetti assolutamente devastanti.
La Sacal non è un corpo senza anima. La Sacal è una società che vive in un territorio, la Calabria, che non ha bisogno di amministratori asettici ed autoritari.
Bene ha fatto la consigliera Amalia Bruni a proporre di presentare una interrogazione al consiglio regionale al fine di “rivalutare” il bando di gara che di fatto esclude ogni operatore imprenditoriale locale e non garantisce i posti di lavoro della nostra gente.
Ecco perché giorni fa avevo chiesto al sindaco Mascaro di imporsi con Occhiuto per il ripristino di un cda che veda all’interno della governance dell’aeroporto persone che pensano allo sviluppo del proprio territorio e alla difesa dei diritti dei calabresi ed in particolare dei lametini. Proposta che reitero alla consigliera Bruni invitandola ad inserire nella interrogazione, che ha già previsto di presentare, anche il perché ancora non è stato ripristinato un Cda che riporti la Sacal al vero obiettivo di una società attenta alla Calabria.
La difesa di un territorio passa attraverso la difesa dei propri imprenditori dei propri lavoratori e non passa per niente attraverso i soliti sterili proclami giornalistici di maniera.
Avevo evidenziato nel mio intervento di qualche giorno fa che la Sacal è diventata una monarchia e quello che è successo con il bando di gara lo evidenzia ancora di più.
Inserire nel bando qualifiche stringenti e particolari non vuol dire soltanto escludere le aziende del nostro territorio che non potranno mai partecipare visto il fatturato assolutamente irrealizzabile per le nostre imprese che già stanno operando in Sacal ed in Calabria in generale, ma vuol dire anche avere le idee ben chiare di includere società delle quali forse solo alcuni conoscono il nome.
Un milione e mezzo di euro di fatturato medio richiesto che includa anche il 2020 (dove a causa della pandemia è fatturato zero), vuol dire essere consci che nessuno dei nostri imprenditori locali potrà partecipare alla gara con tutte le conseguenze del caso sulla forza lavoro, che dalla lettura del bando non ha nessuna garanzia sociale.
Io non so se i nostri amministratori locali sono “conniventi” con tale politica di sviluppo della Sacal o soltanto ciechi e distratti.
Una Sacal senza un Cda che abbia all’interno componenti designati dagli enti, è assolutamente lasciata allo sbando.
Ribadisco che per il nostro territorio la Sacal non è soltanto una società economica che deve fare utili ma è un ente che deve anche pensare al bene della collettività della Regione in cui opera. La Sacal deve coniugare il buon andamento dei conti economici con gli indotti economici che devono, e non dico possono, ma devono ricadere sui nostri concittadini: operatori economici, maestranze ecc.
Se andasse avanti questo bando senza modifiche, quasi il 100% degli spazi all’interno dell’aerostazione saranno affidati a imprese di fuori regione.
Oltre alla lampante constatazione che ciò porta a un impoverimento delle nostre imprese c’è un’altra considerazione da fare che spero sia sfuggita e cioè che se dovesse essere approvata la legge sulle Autonomia Differenziate anche alcune tasse che le imprese verserebbero, andrebbero ad incrementare le ricchezze di altre regioni e non della nostra Calabria.
Vogliamo fermare tutto ciò? Credo che oltre l’interrogazione della Bruni serva e chiedo ancora un volta che al presidente Nicotera che si convochi un consiglio comunale ad hoc per deliberare la nostra volontà di richiedere con forza al Presidente Occhiuto di sciogliere la monarchia e restaurare la democrazia ricostituendo un cda nella Sacal che abbia più menti pensanti e più vicini ai bisogni della Calabria e dei calabresi
I lavoratori e gli operatori hanno bisogno di un forte sostegno dei loro rappresentanti politici.
E’ veramente vergognoso chiedere i voti nella imminenza delle elezioni e scordarsi della propria gente subito dopo.
Non credo ci sia ancora molto tempo, bisogna muoversi”.
Così in una nota Francesco Grandinetti.