«La revoca della scorta al testimone di giustizia Giuseppe Masciari è una circostanza che desta forte preoccupazione, pertanto, in qualità di consigliere regionale, componente, tra l’altro, della Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, ho ritenuto doveroso indirizzare una lettera di sensibilizzazione alle istituzioni responsabili dell’adozione del provvedimento che abroga i dispositivi tutorii nei confronti di Pino Masciari e della sua famiglia».
A dichiararlo è Ferdinando Laghi, capogruppo di “De Magistris presidente” in Consiglio regionale ed estensore della lettera-appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nonché al Prefetto e al Comandante provinciale dei carabinieri di Torino.
«Giova sottolineare – fa presente Laghi -, come ribadito nella missiva inviata alle più alte cariche dello Stato, che il signor Masciari, ex imprenditore edile di chiara fama, sin dal 1997, ha denunciato fattispecie criminose che hanno consentito l’avvio di operazioni da parte delle competenti Procure, alcune ancora in corso nei confronti dei soggetti denunciati e altre concluse con l’adozione di condanne passate in giudicato in danno degli esponenti di potenti compagini operanti in quasi tutte le province calabresi. Inoltre, nel corso del 2021 la famiglia Masciari ha subìto una intrusione nella propria abitazione, debitamente denunciata e portata all’attenzione del dipartimento competente, e parte dei procedimenti civili aventi ad oggetto il risarcimento dei danni patiti dallo stesso nonché dai suoi familiari sono tuttora pendenti presso i Tribunali calabresi».
«In ragione di ciò, ho considerato di primaria importanza portare a conoscenza della più alta carica della Repubblica nonché ai vertici dello Stato interessati alla vicenda la necessità di assicurare un livello di sicurezza e protezione adeguati nei confronti della famiglia Masciari, disponendo ogni misura necessaria in loro favore, atta a scongiurare qualsivoglia forma di pericolo. Contestualmente – afferma, infine, Laghi -, ho richiesto al presidente, Giuseppe Gelardi, l’audizione in seno alla Commissione consiliare anti ‘ndrangheta del testimone di giustizia Pino Masciari, al fine di conoscere le ragioni alla base del provvedimento e valutare la sussistenza delle condizioni per il ripristino immediato del dispositivo».