“Di fronte a quanto si è detto in queste settimane sull’ ex cantina sociale, vogliamo ricostruire alcuni passaggi fondamentali nell’esclusivo interesse dei cittadini che meritano verità e trasparenza. Qualità sconosciute al modo di agire di questa amministrazione.
La volontà di acquisire dall’Arssa l’ex cantina sociale tra il 2008 e il 2009 da parte dell’amministrazione comunale guidata da Gianni Speranza, con l’obiettivo di riqualificare e valorizzare l’immobile e l’area circostante, tentativo già avviato con il progetto SARA nel 2013 salvo poi la contrazione del finanziamento da parte del governo, non fu una scelta individuale o estemporanea, ma frutto di una precisa indicazione politica da parte di tutto il consiglio comunale e soprattutto delle sollecitazioni che provenivano da tanti cittadini e realtà dell’associazionismo, soprattutto della zona dell’ex Comune di Sambiase. Una volontà condivisa da tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione, in particolare di quelli legati alla zona di Sambiase, anche di quelli che allora facevano parte a vario titolo dell’amministrazione Speranza e oggi sono figure di primo piano dell’amministrazione Mascaro.
Siamo testimoni in prima persona della spinta popolare che proveniva perché si procedesse prima possibile a concludere l’acquisto per evitare proprio quello che poi si è verificato in questi ultimi due anni: una sostanziale “svendita al privato”, senza nessun vantaggio per il Comune, che con Mascaro ha venduto la struttura per un valore nettamente inferiore a quello indicato nella relazione della commissione di accesso antimafia nel 2017. E non solo. Un valore che, alla luce del cambio di destinazione d’uso e della vicinanza a importanti snodi comunicativi, come del resto messo in evidenza dalla commissione d’accesso, era ancora maggiore; invece Mascaro ha venduto l’ex cantina per poco più di un milione e duecentomila euro. Altro che affare per il Comune. Affarone per il privato.
L’acquisto dell’ex cantina sociale da parte del Comune è stata frutto di una chiara istanza popolare recepita negli anni passati dall’intero consiglio comunale. Quella decisione è stata fatta saltare in aria attraverso passaggi poco trasparenti, sui quali è bene si faccia chiarezza prima possibile e sui quali già si è opportunamente sollecitata da parte dell’on. D’Ippolito l’attenzione del Ministero dell’Interno. Perché non si è passati attraverso una nuova discussione dal consiglio comunale, come si era fatto al momento dell’acquisto? Forse timori di mal di pancia nella maggioranza, a cominciare proprio da quegli ex consiglieri comunali, oggi in maggioranza, che tanto avevano caldeggiato l’acquisto da parte del Comune 13 anni fa?
Mascaro con il suo comportamento ha offeso la dignità di quel consiglio comunale che ha espresso all’unanimità un chiaro indirizzo politico.
Chi oggi siede tra i banchi della maggioranza o della giunta e ha cambiato idea rispetto al passato, non può prestare il fianco a bugie, cambi repentini di posizione, operazioni poco trasparenti che non sono consoni a chi dovrebbe rappresentare tutti i cittadini. Mascaro compia un atto di verità e di trasparenza, senza continuare a tirare in ballo dopo sette anni chi c’era prima di lui, e si assuma la responsabilità delle sue scelte”.
Gianni Arena (ex consigliere comunale)
Eugenio Carnovale (ex consigliere comunale)
Giandomenico Crapis (ex consigliere comunale)
Gianni Gallo (ex assessore Giunta Gianni Speranza)
Giovanni Gallo (ex consigliere comunale)
Nicola Palazzo (ex consigliere comunale)
Vittorio Paola (ex consigliere comunale)
Antonello Sdanganelli (ex consigliere comunale)