«La lotta alle mafie deve essere anzitutto un movimento civile che scuota e aggreghi le coscienze per il riscatto del Sud e l’unità concreta dell’Italia: culturale, economica e sociale». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. «La battaglia – continua il deputato del Movimento 5 Stelle – va condotta in primo luogo sul fronte della cultura e quindi dell’informazione, che troppo spesso sono spinte ai margini del dibattito pubblico e per molti versi restano fuori dalla didattica e dall’esperienza scolastica. Creare resistenza alla criminalità significa intanto dare delle testimonianze ai più giovani, insegnare loro che la legalità è la strada della libertà e che il coraggio di respingere i condizionamenti mafiosi si forma partendo dalla conoscenza».
«Vanno senz’altro potenziati gli organici delle forze dell’ordine, intanto in città come Lamezia Terme, segnata – avverte il parlamentare M5S – dalle pressioni e dalle infiltrazioni criminali. La magistratura ha bisogno di maggiori risorse umane e di leggi più adeguate, ma non possiamo pensare che questo sia sufficiente a sconfiggere il fenomeno mafioso, se rammentiamo la lezione dello scrittore Gesualdo Bufalino, il quale riteneva che la mafia potesse essere battuta da un esercito di maestri elementari».
«Al di là dell’impegno prezioso dei magistrati e delle forze dell’ordine, c’è bisogno di formare anticorpi e offensive culturali, perché in un Paese moderno è assurdo – conclude D’Ippolito – che ancora non sia stata chiarita tutta la verità sugli omicidi di Matteo Vinci o di Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte. Ancora, nell’Italia del 2022 è inaccettabile che, a Cinisi, la Casa della Memoria, dedicata a Peppino impastato, possa ritornare agli eredi di Tano Badalamenti per un puro cavillo legale».