«È più che mai urgente potenziare gli organici della Polizia di Stato nel territorio di Lamezia Terme, rafforzando in primo luogo il commissariato di pubblica sicurezza, che, malgrado le importanti attività giornaliere, è costretto, come anche segnalato dal Siulp, ad operare con pochissime risorse umane» e da «30 anni non viene adeguato alle esigenze reali, aumentate anche per l’espansione della ’ndrangheta».
Con un’interrogazione puntuale l’ha chiesto al ministro dell’Interno il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, evidenziando il paradosso «che nel commissariato lametino vi è un organico notevolmente inferiore rispetto a quello di omologhi Uffici dirigenziali del territorio calabrese». Infatti, ha scritto il deputato del Movimento 5 Stelle, «ad oggi il commissariato di Lamezia Terme conta un organico di 93 unità, di cui solo 76 operative», «38 delle quali sono impiegate per il controllo del territorio, in servizi esterni di prevenzione generale e di soccorso pubblico, nonché per altri compiti». Ancora, nella sua interrogazione il parlamentare ha lamentato «le gravi carenze organiche presenti nel settore investigativo e di polizia scientifica, cui sopperisce lo spirito di abnegazione e di attaccamento al dovere dei singoli operatori in servizio». Secondo D’Ippolito, il territorio lametino, centrale per lo sviluppo della Calabria, rappresenta anche «un centro nevralgico di illeciti interessi da parte di pericolose cosche di ’ndrangheta, come racconta la sua storia, connotata da guerre di mafia di cadenza e crudeltà impressionante». Peraltro, il deputato M5S ha avvertito che «l’attuale fase di apparente “pax mafiosa” non deve essere intesa come mancanza di fenomeni di piccola e grande criminalità, che impediscono la crescita economica e sociale dell’area lametina».