“Ho ritenuto di segnalare, su impulso di numerosi cittadini, che la popolosa frazione di Vena di Maida subisce da anni azioni di progressivo ridimensionamento del servizio postale che stanno provocando enormi disagi.
Negli ultimi 10 anni, invero, l’ufficio postale di Vena è passato da 6 a tre gg di operatività, per poi subire un ulteriore taglio di un giorno che ha determinato due aperture settimanali.
Tale “riorganizzazione” ferisce e umilia i tanti anziani che abitano nel centro maidese, molti dei quali sono costretti letteralmente ad elemosinare passaggi per potersi recare presso gli uffici postali di altri comuni.
Lo svilimento del servizio postale di Vena di Maida è grave anche per un’altra ragione di cui i vertici di PT evidentemente non hanno tenuto conto.
Vena, infatti, vanta la caratteristica di essere una comunità che si giova delle tutele legislativamente previste per le minoranze linguistiche.
La sua identità storico culturale, pertanto, va rispettata anche attraverso la garanzia del corretto funzionamento dei basilari servizi pubblici.
E le poste da sempre assolvono ad una funzione pubblica che nessun calcolo o taglio ragionieristico può far venir meno, specie in questo periodo pandemico dove lo Stato non può permettersi di lasciare indietro nessuno.
Ho chiesto quindi ai vertici di Poste italiane di adottare con rapidità tutte le misure necessarie per poter ripristinare a Vena di Maida un servizio efficiente perché la situazione sta peggiorando a scapito soprattutto dei ceti più deboli e per questo maggiormente esposti al rischio di isolamento”. Così Domenico Furgiuele Parlamentare Repubblica Italiana Lega Salvini Premier