Il referente scuola del movimento civico di Lamezia Terme Patto Sociale Avvocato Fernando Nucifero si sofferma sulla recente approvazione governativa dell’elenco dei collegati alla nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza che inserisce il disegno di legge recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’art. 116 comma 3, Cost.
Come sappiamo – esordisce Nucifero – l’autonomia differenziata mira a conferire alle Regioni ulteriori deleghe su materie e servizi oggi di livello nazionale. Le regioni, pertanto, in queste materie avrebbero piena potestà legislativa sottraendola al Parlamento oggi competente per la determinazione dei principi fondamentali. In particolare – evidenzia l’esponente di Patto Sociale – potrebbe farsi largo il cosidetto regionalismo scolastico. Regionalizzare le norme generali sull’istruzione significa, rimarca Nucifero – potenzialmente, mutare il volto della scuola italiana e, quindi, il futuro della collettività. Oggi, nella categoria delle norme generali sull’istruzione “regionalizzabili” ex art. 116, comma 3, Cost., rientrano, infatti, una vasta pluralità di materie fondamentali. Si pensi alla disciplina dell’obbligo scolastico, alle norme sulla parità tra istituzioni scolastiche, a quelle relative alle classi di concorso per gli insegnanti, ai curricoli didattici vigenti nei diversi ordini di scuole, ai criteri di formazione delle classi, alla organizzazione didattica delle scuole primarie, ai criteri e parametri per la determinazione degli organici, alla costituzione di reti territoriali tra le scuole per la definizione di un organico di rete, all’integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, alla formazione permanente, alla prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo e dei fenomeni di bullismo, specialmente per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica.
In pratica le regioni avrebbero pieni poteri su tutto il governo del sistema scuola fatto salvo solo il livello essenziale del sistema istruzione che rimarrebbe di pertinenza dello Stato. Tutto ciò, continua, Nucifero introdurrebbe nel nostro paese delle vistose disuguaglianze andando ad acuire gli squilibri accumulati e non risolti nel corso di decenni tra Nord e Sud a netto svantaggio del Sud e delle sue popolazioni. Non è, quindi, ammissibile permettere una così netta paventata rescissione dal sistema nazionale di istruzione e formazione. L’italia, conclude Nucifero, non ha bisogno di prospettive di frammentazione bensì di unità nazionale.