“La vaccinazione anti-Covid in Calabria va inspiegabilmente a rilento. La nostra regione è ultima. Dai dati statistici emerge che alla data del 5/3/21 è stato vaccinato il 2% dei calabresi (e un ultraottantenne su 100)”.
Lo afferma Salvatore De Biase, già presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme. “E’ evidente – aggiunge – la disorganizzazione. Su circa 200.000 vaccini consegnati, sembra che quasi la metà, non sia stata inoculata. Dati preoccupanti che necessitano un repentino cambio di rotta. La parola d’ordine è velocizzare le somministrazioni. Sicuramente, per ridurre i decessi, occorre concentrare le vaccinazioni nelle fasce d’età che attualmente registrano il più alto tasso di mortalità (anziani e patologie gravi di ammalati cronici). “La macchina organizzativa – prosegue De Biase – arranca: i medici curanti non sono tutti pronti ad assolvere al compito concordato con l’ordine professionale, le prenotazioni risultano sempre e ancora difficili, i locali poco attrezzati. Non parliamo poi delle direttive regionali, contestate e spesso disordinate. I cittadini vivono nell’incertezza, le domande frequenti che gli stessi si pongono sono: dove si prenota? Chi prenota? C’è un numero fisso? Chi è contattabile? A tali disfunzioni si aggiungono: l’aumento dei ricoveri, la carenza di medici e infermieri, limitate tecnologie e protezioni.
“In tale situazione – prosegue – imperano i ritardi. I Sindaci sono sempre più in difficoltà. I comuni, come si sa, hanno inviato gli elenchi alle ASP, soprattutto dei cittadini over 80, e il processo di vaccinazione, sembrerebbe essersi rallentato visibilmente, se non fermato. Per molti comuni, compreso naturalmente Lamezia, tale situazione diviene sempre più preoccupante”. “Insomma, qualcuno aiuti la Calabria a non essere la prima degli ultimi. La Calabria stenta e siamo sempre più vicini al cambio di colore. Per tali ragioni rivolgo un accorato appello – continua De Biase – al nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid, il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliolo, affinché, con la sua professionalità ed esperienza, porti una nuova spinta, una nuova e migliore organizzazione sanitaria anche nella nostra Regione. La nostra storia è fatta di strutture inadeguate, mancanza di personale sanitario, attrezzature obsolete, piani sanitari che tagliano strutture ospedaliere e territoriali. Occorre un deciso cambio di passo e rimaniamo fiduciosi che si attui quella rivoluzione sanitaria tanto attesa e desiderata”.