di Marco Foti
A Lamezia Terme c’è un campo rom, denominato “Scordovillo”, derivante dal nome della contrada in cui è collocato. Il più grande del Sud Italia, con circa 100 famiglie e poco più di 400 residenti. Il campo Rom di Scordovillo ha in essere, dal lontano 2011, un ordine di sgombero della Prefettura di Catanzaro.
Lo stesso Prefetto, negli anni successivi, aveva chiesto ufficialmente all’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme la redazione di un “progetto” per Scordovillo. Senza alcuna evoluzione.
A distanza di anni, nel 2015, l’Asp di Catanzaro conduce uno “Studio epidemiologico dello stato di salute dei residenti nella provincia di Catanzaro in relazione all’inquinamento ambientale: mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri”. E tra le conclusioni dello stesso si legge che “per quanto riguarda il sito di Lamezia Terme vanno segnalati gli eccessi di mortalità per tumore del pancreas nelle donne, per linfomi non Hodgkin negli uomini, gli eccessi di ricovero in entrambi i generi per tumori dell’apparato linfoemopoietico e leucemie e per tumori del pancreas e della laringe fra gli uomini”.
Si potrebbe immaginare una alzata di scudi, invece, nulla.
Passano gli anni e nel 2017, durante una delle gestioni straordinarie dell’amministrazione locale di Lamezia Terme, la Commissione prefettizia, con Delibera di Giunta Comunale n. 375, individua una Unità di Progetto denominata “Rom Scordovillo” per avviare un progetto di ricollocamento. Una “Road Map” importante, segnata da specifiche fasi di progetto. Ma anche questa opportunità rimane al palo, ad eccezione di alcune prime riunioni di coordinamento.
Nel 2020 l’Aterp, l’Azienda regionale che si occupa dell’edilizia residenziale pubblica in Calabria, riapre i termini per una ricerca di mercato finalizzata all’individuazione di aziende interessate ad effettuare lavori mirati al restyling di alcune abitazioni, di proprietà pubblica, letteralmente abbandonate all’incuria.
In parallelo, attraverso lo strumento di “Agenda Urbana”, il Comune di Lamezia Terme, nell’ambito delle azioni a supporto per una “LAMEZIA INCLUSIVA E SOSTENIBILE”, prevede “Interventi di potenziamento del patrimonio pubblico privato esistente e di recupero di alloggi di proprietà del Comune e ex IACP per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili per ragioni economiche e sociali. Interventi infrastrutturali finalizzati alla sperimentazione di modelli innovativi sociali e abitativi” per un budget di tre milioni di euro. Notizie di aggiornamento? Nessuna.
Trascorrono gli anni e siamo a gennaio 2022. Cosa accade?
L’ennesimo Commissario prefettizio, per conto del Comune di Lamezia, rappresenta la necessità di interventi di più ampio respiro e di costo molto più elevato, che non siano limitati allo smaltimento straordinario dei rifiuti, bensì ad un’azione di risanamento del sito di Scordovillo. Lo stesso ricorda anche l’avvenuto stanziamento di un contributo straordinario di 500.000 euro da parte del Ministero dell’Interno a favore del Comune di Lamezia.
Per cui il Comune approva il progetto di rimozione dei rifiuti presenti in località Scordovillo e nelle aree limitrofe al campo rom e predispone la scheda del costo dell’intervento per la realizzazione dell’impianto di video sorveglianza ambientale per un costo complessivo di 400 mila euro. A che punto siamo oggi?
Non è dato sapere.
Come un orologio svizzero nei giorni successivi sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per spegnere e domare un incendio divampato all’interno del campo che ha interessato rifiuti altamente tossici.
La delibera di Giunta del 7 novembre 2017 è molto chiara a questo proposito. Occorre identificare e censire tutti gli abitanti, minori compresi, all’interno del campo rom di Scordovillo. Controllare la situazione economico patrimoniale di tutti i nuclei familiari, anche mediate l’ausilio dell’agenzia delle entrate e/o i nuclei di polizia tributaria.
Sgomberare ed abbattere gli insediamenti abusivi, abitati da cittadini non residenti a Lamezia, unitamente allo sgombero e abbattimento dei container dei cittadini rom residenti a Lamezia Terme, aventi diritto alle misure agevolate per la risistemazione alloggiativa (residenti originari fin dagli anni 70). Ad esclusione di chi risulta residente a Scordovillo e contemporaneamente occupa immobili Aterp nelle zone di Ciampa di Cavallo, San Pietro Lametino e via degli Uliveti ove risultano più occupazioni abusive, per poi estendere il controllo sull’intero lametino.
L’Individuazione della soluzione abitativa è sempre riportata nella delibera quadro.
Sono queste azioni diffuse in tutta Italia e nel resto d’Europa. La riqualificazione degli alloggi Aterp può agevolare la ricollocazione dei residenti legali del campo rom di Scordovillo.
Ed è giusto che si pensi al prossimo futuro perché i presupposti per avviare la progettazione di un’area che domani si renderà libera ci sono tutti, un’area da destinare ai giovani, alle famiglie, alle mamme, alle nonne.
Puntando prima di tutto alla realizzazione di una struttura polivalente, un belvedere della città, una pista ciclabile (da collegare con il percorso già presente) ed un percorso per gli appassionati di mountain bike.
“Sappiamo cosa deve essere fatto: tutto ciò che manca è la volontà di farlo”. Nelson Mandela.
*Pugliese di origini, Marco Carmine Foti ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato in Ingegneria Civile e specializzato nel settore dei trasporti e della logistica. Vive e lavora a Genova dove svolge la sua attività professionale prevalentemente nel campo della pianificazione e progettazione dei trasporti, studi di fattibilità tecnica e analisi economico-finanziarie, piani di riqualificazione e studi di sistemi ed infrastrutture di trasporto. Membro della Commissione Trasporti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, è stato più volte selezionato tra gli esperti di riferimento per il MIT.