di Marco Foti
“Le Terme sono da secoli un grande patrimonio naturale del nostro Paese, ricco di acque straordinarie, di fonti terapeutiche, che sgorgano abbondanti, grazie alla particolare conformazione geologica di un territorio affascinante e unico al mondo”. Si legge nella homepage di FederTerme.
Le terme, oltre ad essere uno strumento terapeutico, sono da considerarsi un elemento portante del nostro “stare bene”. Il Ministero della Salute inquadra il termalismo non solo in termini di efficacia terapeutica, ma anche di prevenzione e di mantenimento ottimale dello stato di salute e benessere. In Italia, l’assistenza termale è inclusa tra le attività descritte nel Capo III (assistenza distrettuale) del DPCM 12 gennaio 2017, ed è erogata dal SSN nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ai cittadini affetti da determinate malattie che possono trarre “effettivo beneficio” da questo tipo di cure.
L’Italia occupa una posizione di primaria importanza nel contesto mondiale sia per la qualificazione delle cure che per la modernità delle strutture termali. Sono oltre 380 i Centri termali accreditati, distribuiti in 20 Regioni e 170 Comuni, che offrono una ampia varietà di acque destinate all’impiego in diverse aree cliniche (soprattutto per dermatologia, sindrome metabolica, muscolo-scheletrica, riabilitativa e respiratoria).
Con la pandemia, che attanaglia l’economia ed il turismo da più di un anno, le terme italiane sono in grave affanno.
In alcune regioni si sono avviati percorsi sperimentali dedicati a pazienti interessati nella convalescenza da Sars2-Covid 19. Alla base del percorso c’è la volontà di curare con le terme i segni che la malattia lascia sul corpo, in particolare la difficoltà respiratoria e motoria, soprattutto per chi è stato a lungo intubato o con il casco.
I sintomi più comuni per le persone che hanno avuto a che fare con il Covid sono l’affaticamento, la stanchezza, la difficoltà respiratoria e l’assenza di forza. Effetti che possono durare a lungo, anche molto oltre la fase acuta della malattia.
Le terme si candidano ad una riabilitazione specialistica puntando sulla messa a sistema della cura inalatoria termale (aerosol termale, doccia nasale), della riabilitazione respiratoria (ginnastica respiratoria individuale e di gruppo) e della riabilitazione motoria con l’utilizzo della palestra, della piscina e degli attrezzi.
La Calabria vanta un ricco patrimonio idrotermale: dalla costa basta percorrere pochi chilometri per raggiungere le località termali in cui sgorgano antiche e benefiche acque curative. Sono sei i centri termali diffusi sul territorio, ciascuno dei quali caratterizzato da specifiche proprietà curative: Terme Sibaritide, Terme di Spezzano, Terme Lunigiane, Terme di Caronte, Terme di Galatro, Terme di Antonimina.
Le terme quindi come supporto al sistema sanitario, gravemente interessato in questo ultimo anno.
Uno spunto di riflessione al sistema turistico, economico e sanitario in Calabria?
Perché no.
Ad maiora.
Pugliese di origini, Marco Carmine Foti ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato in Ingegneria Civile e specializzato nel settore dei trasporti e della logistica. Vive e lavora a Genova dove svolge la sua attività professionale prevalentemente nel campo della pianificazione e progettazione dei trasporti, studi di fattibilità tecnica e analisi economico-finanziarie, piani di riqualificazione e studi di sistemi ed infrastrutture di trasporto. Membro della Commissione Trasporti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, è stato più volte selezionato tra gli esperti di riferimento per il MIT.
Collabora ed è autore presso il quotidiano on line Start Magazine.