di Marco Foti
È nato il nuovo Governo, ha giurato l’esecutivo di Mario Draghi. Che sia o non sia dei migliori lo lascio commentare agli opinionisti addetti alla politica ma certamente una considerazione nasce spontanea. Non ci sono ministri siciliani e calabresi e tre quarti dei componenti del Consiglio proviene dal Nord Italia.
Sono sicuro che questo non sarà un problema. Onde evitare fraintendimenti mi preme sottolineare allora le esigenze del nostro territorio. A scanso di equivoci.
Perché, cari signori, la “questione meridionale” sui trasporti esiste ed è purtroppo tangibile.
Negli ultimi anni i diversi Governi hanno presentato il cd “Piano per il Sud”, uno strumento ahimè che si è rivelato completamente vuoto, con tante buone intenzioni tra gli obiettivi, ma che tuttavia non ha mai risposto con i fatti alle reali esigenze dei diversi territori.
Ricordo ancora lo slogan di uno degli ultimi documenti, “Un Sud connesso e inclusivo, infrastrutture e servizi per rompere l’isolamento”, proclamo di un Piano che individuava “tre grandi priorità: ridurre la distanza temporale fra le ripartizioni territoriali del Paese, migliorare la mobilità interna al Mezzogiorno, sostegno alle filiere logistiche territoriali”.
Peccato però che le attese delle regioni del Sud siano state completamente dimenticate e trascurate.
Il nuovo Governo ed il neo Ministro dei trasporti e delle infrastrutture hanno l’obbligo di prendere in considerazione il Sud Italia, un territorio che necessita di interventi a breve termine, azioni e misure da implementare nell’immediato attraverso il potenziamento e l’efficientamento dei servizi già presenti.
Le infrastrutture servono e sono necessarie. Giusto che si facciano ma prima di realizzarle devono essere pianificate nel contesto di interesse e progettate con tutti i crismi dell’ingegneria. Quella di oggi, ovvero quella che tiene conto della necessità di connettere i territori nei luoghi più disagiati sviluppando infrastrutture “intelligenti” attraverso un alto livello di tecnologia high-tech e IoT, incentivando l’utilizzo di applicazioni per integrare le diverse forme di trasporto.
Sarò un pensatore illuso ma io credo ad un’area meridionale accessibile, veloce, smart e sostenibile. Sono questi i pilastri su cui, suggerisco, dovrà lavorare il ministro Giovannini.
E non pensiamo che tutto questo sia distante da noi, da Lamezia Terme. No, tutto ciò è strettamente legato al nostro territorio che deve avere la forza di risollevarsi e riprendere quella posizione economica, sociale e politica che gli spetta. Lamezia Terme è il cuore geografico della Calabria, ha tutte le carte in regole per diventare uno dei principali hub intermodali del meridione.
Da questi presupposti Draghi e Giovannini dovranno costruire un piano di rilancio per il Sud, in cui Lamezia Terme deve assumere il ruolo che gli spetta.
Pugliese di origini, Marco Carmine Foti ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato in Ingegneria Civile e specializzato nel settore dei trasporti e della logistica. Vive e lavora a Genova dove svolge la sua attività professionale prevalentemente nel campo della pianificazione e progettazione dei trasporti, studi di fattibilità tecnica e analisi economico-finanziarie, piani di riqualificazione e studi di sistemi ed infrastrutture di trasporto. Membro della Commissione Trasporti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, è stato più volte selezionato tra gli esperti di riferimento per il MIT.
Collabora ed è autore presso il quotidiano on line Start Magazine.