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Lamezia Terme, inaugurata la mostra personale “Cesare Berlingeri. Luce e colore tra le pieghe”, curata dal critico Teodolinda Coltellaro

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Il 28 ottobre scorso, negli spazi della filiale di Catanzaro della Banca Montepaone, nella centralissima Piazza Matteotti, si è inaugurata la mostra personale “Cesare Berlingeri. Luce e colore tra le pieghe”, curata dal critico Teodolinda Coltellaro, visitabile fino al 31 gennaio 2024.

Img 20231029 Wa0008(1)L’evento inaugurale è stato introdotto dal Presidente della Fondazione Banca Montepaone, Dott. Giovanni Caridi, che ha tracciato le linee essenziali del Progetto “ Art Cube- Spazio per la Cultura”, motivandone gli ambiziosi obiettivi, finalizzati ad una più ampia disseminazione dei linguaggi artistici contemporanei innescando così una feconda interazione dialogica tra il mondo dell’impresa e quello dell’arte visiva. L’artista e la curatrice della mostra, di seguito, hanno dato vita ad un prezioso scambio dialettico che ha coinvolto il folto pubblico presente offrendo a ciascuno elementi interpretativi fondamentali attraverso cui cogliere il valore intrinseco delle opere esposte. Il critico d’arte Coltellaro, nello specifico, ha spiegato l’identità linguistica del lavoro creativo di Cesare Berlingeri ben leggibile nella connotazione espositiva, mentre il maestro ha narrato, con la capacità di affabulazione che gli è propria, l’origine della sua pittura piegata e delle sue infinite modulazioni creative producendosi poi in ulteriori e interessanti approfondimenti sull’essenza dell’arte definita come “totalità atemporale” che, un po’ come le pieghe della sua pittura, propone la transitoria verità di una ripetizione differente.
Le 21 opere (alcune anche inedite), proposte alla visione in un allestimento essenziale quanto raffinato, hanno permesso ai fruitori di addentrarsi in modo più sostanziale nell’universo piegato di Berlingeri e di coglierne la sintassi visiva centrata sui tre colori primari da cui si generano tutti gli altri in una sinfonia di valori tonali che non ha mai fine, poiché il colore è destino e misura delle pieghe, è luce che si accende, che separa, complice l’ombra, l’interno dall’esterno, il visibile dall’invisibile e per cui ogni piega celebra il mistero del suo sigillo.


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