Conciliare l’idea e la pratica della restanza innescando processi culturali e produttivi in grado di attrarre il grande pubblico e recuperare al tempo stesso la memoria e la tradizione. Questi gli obiettivi dell’ottava edizione di Felici & Conflenti, la festa di comunità più grande della Calabria, conclusasi con una grande serata che ha visto protagonisti il tradizionale ballo del ciuccio e l’attesissimo concerto dei Phaleg, tornati in scena dopo diversi anni di stop.
Una quattro giorni dedicata al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale dell’area del Reventino e della Valle del Savuto, che attraverso concerti, incontri, gastronomia locale e convivialità, ha animato il borgo dell’entroterra calabrese registrando, come ogni anno, un elevato numero di presenze. Circa 5000 le persone, tra turisti, curiosi e appassionati provenienti non solo dalla Calabria ma anche dall’Europa, che hanno animato Conflenti per la festa di comunità ideata e diretta da Antonella Stranges e Alessio Bressi con il coordinamento scientifico di Christian Ferlaino.
“Tramandamenti della cultura coreutica e musicale del Reventino” è questo il motto del Festival che da otto edizioni lavora sul creare comunità per dar vita alle aree interne della Calabria attraverso la promozione delle sue grandi eredità culturali. Una realtà che non vive solo per un paio di giorni, ma tutto l’anno, grazie all’impegno di giovani artisti e studiosi che mettono in atto pratiche di accoglienza e ripopolamento.
«La dimensione della restanza ha da sempre una forte valenza comunitaria – ha commentato lo scrittore e antropologo Vito Teti, che il 28 luglio ha presentato a Felici & Conflenti il suo ultimo lavoro edito da Einaudi –. Ed è questo quello di cui ha bisogno la Calabria: aprirsi alle esperienze degli altri e nello stesso tempo concedersi di mettere in luce i suoi i lati migliori, sicuramente legati alla tradizione ma che possano anche rapportarsi con il presente».
Un’edizione ricca di eventi, fra conferme e grandi novità, come il laboratorio di costruzione di strumenti da suono con materiali naturali e di riciclo, l’Oasi dei giochi e la presenza dei maestri madonnari Tiberio e Marta Mazzocchi, per ritrovare lo spirito comunitario che da sempre caratterizza l’evento e contribuire alla promozione della cultura del territorio.