Commissariato Lamezia Terme

Lamezia, violento con la compagna in presenza del figlio minore, 32enne allontanato dalla casa familiare

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Sempre alta è l’attenzione della Polizia di Stato nei confronti della tutela delle cosiddette fasce deboli, ed in particolare, nei confronti di donne e minori vittime di violenza.

In un contesto operativo, nei giorni scorsi i poliziotti dell’Ufficio Anticrimine del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme hanno eseguito il provvedimento che ha disposto l’applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi frequentati dalla medesima, emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme nei confronti di un uomo, trentaduenne, lametino, resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della compagna convivente, anche in presenza del figlio minore.

Il soggetto, irreperibile presso la propria abitazione, è stato rintracciato, con la collaborazione del personale del Commissariato di P. S. di Gioia Tauro, in una località in provincia di Reggio Calabria, dove si trovava con la propria compagna.

La donna, vittima dei fatti contestati al compagno, ha fatto rientro a Lamezia Terme, mentre il soggetto destinatario del provvedimento è rimasto in quella località, luogo di residenza della madre, in ossequio degli obblighi imposti dall’Autorità Giudiziaria.

La misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Lamezia Terme è scaturita al termine di serrate indagini avviate dagli operatori del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme, a seguito di un intervento della Squadra Volante, avvenuto il 31 ottobre 2024 presso l’abitazione dei soggetti coinvolti, ove era avvenuto l’ennesimo litigio della coppia, nel corso del quale si veniva a conoscenza che episodi analoghi si erano verificati anche in altre occasioni e in un caso la donna aveva riportato delle lesioni per le quali era stato necessario ricorrere alle cure del personale sanitario del locale ospedale civile. Tuttavia la donna, per timore delle conseguenze, in quella circostanza non aveva avuto il coraggio di dichiarare le cause delle lesioni.

Dalla ricostruzione investigativa dei fatti, emergeva che le condotte di maltrattamento si protraevano da alcuni anni, a partire dalla fine dell’anno 2019, in un contesto di convivenza caratterizzato da insulti, umiliazioni, aggressioni fisiche, con limitazioni della libertà personale, tra cui la possibilità di uscire da sola da casa o avere rapporti con i propri familiari.

Le condotte continue di violenza, anche alla presenza del figlio minore, avevano costretto la donna ad incontrare di nascosto i parenti, modificando il proprio comportamento per evitare le reazioni aggressive dell’uomo. Fortemente provata dagli atteggiamenti del compagno, la donna si era ridotta in uno stato di grave soggezione e timore, maltrattata e sottoposta a sofferenze, vessazioni e umiliazioni tali da renderle penosa ed intollerante la vita quotidiana.

La Polizia di Stato, con la campagna permanente “Questo non è amore” per il contrasto alla c.d. violenza di genere, esorta le donne vittime di violenza a denunciare immediatamente i fatti che le vedono coinvolte in episodi di maltrattamenti, esortando ad avere il coraggio di chiedere aiuto per poter uscire dalla spirale di ogni forma di violenza, fisica, economica, psicologica.Si precisa che il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e l’indagato è innocente sino a sentenza di colpevolezza definitiva.


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