Per espressa volontà della famiglia, si svolgeranno domani alle ore 15 nella chiesa Madre di San Pietro Apostolo, dove è stata allestita la camera ardente nella casa della sorella, i funerali di padre Paolino Tomaino, il missionario comboniano tornato alla Casa del Padre il 3 marzo scorso. A presiedere la Santa Messa sarà il vescovo, monsignor Serafino Parisi, che, in questo anno e mezzo di episcopato, ha avuto modo di parlare e vedersi con lui in videochiamata, apprezzando la sua opera in quel pezzo di Africa che, pur da lontano, padre Paolino è riuscito a rendere vicino. Incontri nel corso dei quali padre Paolino, che manteneva stretto il legame con la “sua” Diocesi italiana al punto che la chiesa fatta edificare in Uganda è stata dedicata ai Santi Pietro e Paolo come la Cattedrale di Lamezia, aveva anche invitato monsignor Parisi ad andare in Uganda. Visita che, purtroppo, il Vescovo non è riuscito a fare perché le condizioni di salute di padre Paolino si sono aggravate.
Da oltre 50 anni in Uganda, padre Paolino con la sua instancabile attività accanto ai più deboli, ha sempre cercato di aiutare quei territori a non dipendere da altri, ma adaiutarsi da soli, a crescere economicamente, per quanto possibile, ma, soprattutto culturalmente certo che proprio la crescita culturale può far fare un salto di qualità ad un territorio. Ed è stato così che, rifuggendo al mero assistenzialismo, ha creato scuole, ospedali, mense perché quelle comunità non dovessero dipendere da altri.Convinto che il riscatto passasse dall’istruzione e dalla specializzazione, padre Paolino ha sempre puntato sulle scuole e sulla formazione delle nuove generazioni. Sono stati migliaia i ragazzi e le ragazze adottati a distanza che hanno avuto la possibilità di studiare raggiungendo traguardi importanti per loro “impensabili”. Ed uno degli ultimi regali alle comunità africana ed italiana, è stata la laurea a dicembre di Lwanga Ssempijja che, grazie alla macchina della solidarietà, si è laureato in Medicina all’Università Magna Graecia. È stato così che Lwanga, partito dall’Africa ragazzino carico di sogni e di speranza, è tornato nella sua terra dottore, in tempo per riabbracciare padre Paolino.
“Un affettuoso saluto da padre Paolino in questo 4 novembre del 2023 di corsa verso il 2024 – scriveva in una chat nel giorno del suo compleanno padre Paolino ai suoi amici italiani con cui condivideva giornalmente le attività in corso nel suo villaggio e aggiornava tutti i suoi benefattori ed amici sull’avanzamento delle costruzioni – . Una meraviglia. Svegliandomi presto mi son trovato dentro gli 87 anni. Grazie mio Dio. Un dono di un altro anno. Ma prima di tutto grazie per i precedenti anni. Quante persone incominciano da una mamma da cui tutto incominciò. A tutte quelle persone che hanno contributo a costruire questo Padre Paolino che oggi può scrivere queste parole con le sue mani. Grazie Signore. Grazie alla Madre Celeste. Grazie all’Angelo custode e a tutti gli altri. Tutti voi siete stati vicini a padre Paolino e lo sarete ancora con la vostra preghiera perché il tempo di andare in pensione non è ancora arrivato. Ogni giorno è un nuovo giorno ed è un dono gratuito del Signore. Come ciascuno di voi è un dono, a me carissimo, che il Signore mi ha fatto e mi fa ogni giorno. Arrivederci al 4 novembre 2024 con la benedizione del Signore. Col cuore radunatevi intorno a me per la Santa Messa di ringraziamento”.
Parole che, oggi, a distanza di mesi, diventano quasi un testamento spirituale mentre si ripercorrono con le frasi e le foto le opere che in questi anni ha realizzato e stava realizzando in quel territorio e che ore restano come testimonianza del suo passaggio e del suo amore per i più deboli dei quali ha sempre rispettato la dignità.