Questa sera è stata concelebrata la Santa Messa per la solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della città di Lamezia e della Diocesi.
Alla presenza delle autorità civili e militari, e insieme ad una moltitudine di fedeli, oltre che a diverse associazioni laicali del territorio diocesano, il vescovo mons. Serafino Parisi invita a tornare “alle origini della nostra fede perchè è li che si scommette la nostra stessa vita”.
“I due apostoli questa sera – dice Parisi – ci fanno fare una riflessione sulla nostra fede perché ci mettono tutti alla scuola della fragilità.
Mi sono posto il problema. E non solo io. Prima di noi il problema se lo erano posto le prime comunità cristiane che non sopportavano la figura di Pietro. Lui veniva ancora guardato con un certo sospetto. Lui non si è fatto il problema di rinnegare Gesù.
Pietro è segnato dal limite umano.
Il Signore non ha difficoltà a scegliere questi personaggi”.
Paolo invece si sente graziato dal Signore. ‘Quello che sono lo devo alla grazia di Dio’.
Dentro il limite il Signore costruisce la storia dell’umanità”.
E poi l’invito alla comunità: “Sono qui da un anno e ho cercato di essere presente per come ho potuto. Posso dire di essermi fatto un’idea della Diocesi. Si sente molto forte qui la presenza di mons. Moietta. E vi chiedo: abbiamo contribuito realmente ad una unificazione del nostro territorio cittadino? Vogliamo dare coesione a questo territorio? Che resterà della nostra vita se non la possibilità di creare tra noi relazioni di amicizia e di amore? Perché non pensare ad un laboratorio che inizia dal primo giugno al 29 in modo che ci sia un mese di giugno culturalmente significativo, propositivo sul piano della storia e soprattutto profetico in modo che tutte le identità locali possano essere condivise e insieme dare una terapia d’urto a questo nostro territorio. L’amore si propone se riusciamo a viverlo”.
Alla conclusione della Santa Messa la processione per le vie cittadine.
C.M.