Al via i “quindici sabati della Madonna di Dipodi”, stamattina la messa del vescovo

Al via i “quindici sabati della Madonna di Dipodi”, stamattina la messa del vescovo

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“Paolo diceva che la Parola di Dio deve fare la sua corsa ed essere glorificata”. Questo uno dei passaggi centrali dell’omelia di stamani del Vescovo, monsignor Serafino Parisi, che ha presieduto la prima Santa Messa dei “quindici sabati della Madonna di Dipodi” in preparazione alla festa che si svolge il 15 agosto.

“Questa parola – ha aggiunto monsignor Parisi – che è protagonista dentro la liturgia di oggi si impone dentro la storia, cioè entra nei meccanismi, nei dinamismi della vita della storia dell’umanità. È, cioè, quella parola che è capace, non solo di comunicarci l’intimità tra il Figlio ed il Padre, ma ci dice che possiamo fare le stesse opere che Egli ha compiuto se ci mettiamo nel circuito di amore che lega il Padre con il Figlio. Quindi, la Parola non è una parola detta così è, invece, una parola che crea, che costruisce, che rende dinamica la vita del credente.Maria si è lasciata guidare da questa parola. A Gabriele che la coinvolgeva nel progetto di Dio, Lei dice ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola’: è la Parola che ha guidato la vita, le scelte di Maria, è la Parola che ha guidato la storia dell’umanità e si propone a guidare anche la vita dei credenti”.

“Nella prima lettura di oggi – ha proseguito il Vescovo – i termini che ricorrono sono quei termini molto umani, purtroppo, dell’invidia, della gelosia, perché la predicazione degli apostoli, e qui in modo particolare la predicazione di Paolo, faceva tanti nuovi credenti, suscitando delle difficoltà tra i giudei, che di fatto erano i primi destinatari di questa parola di novità che sconvolge l’esistenza dell’uomo perché la orienta verso un senso. Questa Parola di novità che rende anche oggi dinamica la vita dei credenti è la resurrezione del crocifisso. Il crocifisso è risorto: questa è la grande parola, di speranza, che allarga i cuori, che dà ancora la gioia. Nella difficoltà, gli apostoli, i discepoli, gioivano, perché sapevano che la sofferenza e tutto ciò che poteva accadere di negativo, era aperta alla dimensione, alla contemplazione del Signore”.

“Paolo – ha sottolineato monsignor Parisi – era stato colpito dalla forza della Parola di Dio che gli fa incontrare Gesù Cristo stesso. È l’incontro con il Signore che fa cambiare il corso della vita di Paolo che stava andando verso Damasco con carta bianca ad uccidere i nuovi credenti del Signore Gesù ed invece cambia strada, va dall’altra parte. Non solo l’incontro con Gesù gli/ci fa cambiare strada, ma l’incontro con Gesù ci dà uno sguardo rinnovato, la fede è rinnovata: gli occhi nuovi sono gli stessi occhi ma guardano in modo diverso il mondo e la storia”. Ecco perché “questo incontro con il Signore, Paolo non poteva non dirlo, non raccontarlo, non testimoniarlo agli altri e, raccontando l’incontro con il Signore, la forza che ha la parola di Dio di cambiare in bene la nostra vita, genera chiusura: i giudei incominciano a darsi da fare – dice il testo – colmi di gelosia, cominciavano a dire parole di ingiuria. Insomma a bloccare – loro immaginavano – la corsa della Parola e lì arriva il cambiamento, un terremoto: Paolo e Barnaba trasformano la difficoltà, la sofferenza del momento ricevuta dalla gelosia e dalle parole ingiuriose che venivano rivolte nei loro confronti, in occasione di rinascita. La Parola deve essere annunciata a tutti ed il testo degli atti degli Apostoli ci dirà in seguito che tanti pagani che ascoltavano questa parola di novità si univano a Paolo e Barnaba, ai primi discepoli, ai primi cristiani per formare questa grande comunità che abbraccia oggi anche noi”.

“Se non ci fosse stata questa pagina – ha aggiunto monsignor Parisi – , questa svolta, non ci saremmo stati nemmeno noi, parlando per assurdo perché la parola di Dio non la blocca nessuno e fa sempre la sua corsa. Però, questa esperienza di chiusura si è trasformata in esperienza di apertura. Tanto che Paolo viene chiamato apostolo delle genti, dei gentili, di coloro che non erano ebrei, di coloro che, con grande stupore e grande semplicità e prontezza, hanno aderito a questa parola di salvezza” e “noi siamo dentro questo grande circuito della parola di Dio”.

“Allora – ha detto ancora il Vescovo – , come ha fatto Maria di Nazareth, anche noi siamo chiamati a lasciarci plasmare dalla parola di Dio, a lasciarci guidare da questa parola ed orientare dal verbo di Dio che viene nella nostra vita non costringendoci – non sarebbe una scelta libera se fossimo costretti – , ma entra nella nostra vita e, se noi lasciamo spazio a questa parola, la nostra vita, come quella di Maria, sarà una vita rigenerata” e “tutto sarà come l’inizio di una grande novità, di una esperienza innovativa per noi e per la storia”.

“Io – ha concluso monsignor Parisi – auguro a me ed a voi che questa Parola possa davvero essere il motivo della nostra esistenza. Se noi siamo qui oggi a pregare la Madonna di Dipodi è perchè ci siamo lasciati plasmare da questa Parola e se qualche resistenza ancora dovesse esserci siamo invitati a superarla perché il Signore è buono, ci dà mille possibilità (se noi cadiamo sette volte, il Signore ci alza otto volte) ed è sempre disposto a venire ed entrare nelle nostre vite per dare il giusto orientamento. L’esempio lo abbiamo: Maria, da giovane donna, si è lasciata condurre da questa Parola ed addirittura da Lei ha preso carne la Parola della vita, Gesù Cristo Signore. Noi siamo già destinati alla vita eterna, dobbiamo solo credere e credere significa anche riempire di gioia la nostra vita. La gioia dei credenti quella che è contagiosa, quella che da senso alle cose che noi facciamo e che da senso anche alla vita di tutti, come ha dato senso alla vita di Maria che si rallegra nel Signore. La prima parola che l’Angelo pronunciò a Maria è ‘rallegrati piena di grazia’ e Maria si è rallegrata per cui questa gioia che viene dall’incontro con il Signore, attraverso la sua Parola, i sacramenti io la auguro ad ognuno di noi”.


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