“Lasciarsi attraversare dalla Parola per poi consegnarla agli altri con la stessa modalità di cui il Vangelo di oggi ci parlava dell’amore”. Questa, in sintesi, l’essenza del ministero del Lettorato conferito a Giuseppe Bernardini della parrocchia di Santa Maria Goretti nel corso di una celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, monsignor Serafino Parisi, in Cattedrale.
Lasciarsi attraversare dalla Parola, quindi, così come avviene con l’amore, che dovrebbe caratterizzare lo stile di vita di ogni credente, in quanto “ciò che ci rende alternativi e qualitativamente diversi – ha detto il Vescovo commentando le letture del giorno – è l’amore di Dio che attraversa noi e ci rende capaci di offrirlo anche agli altri, partendo dai nemici. ‘Non opponetevi a chi è malvagio’ significa ‘di’ al malvagio che c’è un altro modo di rapportarsi con il fratello’ e di riconciliarsi con il Signore. Se c’è un nemico lo devo amare, perché, se salutate quelli che vi salutano, che meriti avete? Lo fanno anche i pagani. Allora il Cristiano non può fare come il pagano, deve indicare il di più ed il di più non è nella mia grandezza, nella mia bravura, nei miei meriti, il di più è nell’umiliarmi di fronte a chi si è reso mio nemico, oppure di fronte a chi io mi sono trasformato in suo nemico. Dentro questo abbassamento, come la Croce, dentro questa κένωσις (chenosi), c’è l’esaltazione dello stile di Dio, che è quello di chi perdona e basta senza guardare nessuno in faccia. Ecco la consegna che abbiamo oggi: Come dobbiamo essere alternativi nella storia? Come dobbiamo essere qualitativamente diversi nel mondo? Qual è lo specifico del credente dentro la storia dell’umanità? Fare i miracoli? Non direi”.
“A volte – ha aggiunto monsignor Parisi – , per essere alternativi diventiamo estrosi, ci inventiamo chissà quali cose. Invece, se vuoi essere alternativo, se uno ti picchia sulla guancia destra tu porgi l’altra guancia che non vuol dire letteralmente farsi prendere a schiaffi, vuol dire non rispondere a chi è malvagio con il suo stesso modo di essere e di agire. Quella è la legge del taglione. Invece, ecco la novità di Gesù: amate i vostri nemici”. Un amore“che non è esercizio delle labbra ma è passione della vita” e che “ci è testimoniato da Gesù Crocifisso e risorto, cioè chi muore per noi ed attraverso la morte ci regala la vita vera. Questo amore – ha proseguito il Vescovo – non può essere un amore improduttivo, un amore bloccato, chiuso dentro se stesso, ma necessariamente deve aprirsi agli altri, alla storia. E questo amore arriva a proporre a noi la cosa più difficile, che però è il segno distintivo del credente, è il segno di chi è diverso, di chi è alternativo alla logica del mondo”. Da qui la sollecitazione a “smettere di pensare a Dio come a colui che sadicamente si diverte a fare soffrire l’uomo. Dio non è colui che punisce, che castiga”.
Un momento, quello vissuto da Giuseppe, insieme alla comunità di Santa Maria Goretti, che il Pastore della Chiesa lametina ha auspicato possa essere il primo di momenti simili in cui, altri, dopo un periodo di preparazione, possano dare alla Chiesa di Lamezia una testimonianza ed una presenza, non tanto numerica, quanto qualitativa, di “persone capaci di farsi attraversare dal Mistero di Dio per comunicarlo semplicemente agli altri”. Saper leggere, infatti, oltre ad essere una questione tecnica è anche altro: significa saper fare arrivare la Parola gli altri in quanto non si improvvisa.