Il 2 aprile si celebrerà l’ottavo “Perdono di Dipodi”, istituito nel 2014 in occasione della riapertura al culto del Santuario dopo la sua restaurazione e la dedicazione dell’altare.
Sabato, quando è anche prevista alle 18 una celebrazione eucaristica, presieduta da don Andrea Latelli, cancelliere vescovile, per tutta la giornata, chi si recherà in visita al Santuario potrà lucrare l’indulgenza plenaria, per sé o per i defunti, secondo quelle che sono le condizioni indicate e, cioè: recita del Credo; preghiera secondo le intenzioni del Papa (Padre Nostro, Ave Maria, Gloria); confessione e comunione entro gli otto giorni dalla visita al Santuario.
Un momento di profonda fede per la Chiesa che è in Lamezia, quindi, con la speranza che aiuti tutti a guardare con “gli occhi del cuore” e non dell’egoismo e della chiusura. Un momento che aiuti a vedere negli altri, in chi è dietro di noi, nel prossimo, in chi soffre e vive disagi, qualcuno verso cui tendere la mano con gratuità.
In un periodo in cui giungono echi di guerra, il messaggio che si eleva dal Santuario di Dipodi è quello del perdono, dell’amore per gli altri, per i fratelli e le sorelle che in questo momento soffrono a causa di conflitti, di malattie, di egoismi.
“Perdonare – ricorda il rettore del Santuario, don Antonio Astorino – presuppone il non restare imbrigliati nel rancore, per mantenere aperta o ripristinare la via dell’ascolto, della benevolenza, della speranza. Chi perdona prende sul serio ciò che è accaduto, ma lo supera. Perdonare è un gesto di libertà e un servizio alla verità: solo chi, dentro di sé, ha sciolto i nodi che lo legavano all’egoismo e ha guadagnato robuste dosi di saggezza e di generosità evangelica può perdonare”.