Giornata Mondiale del Malato, domani celebrazioni all’Ospedale e in Cattedrale

Giornata Mondiale del Malato, domani celebrazioni all’Ospedale e in Cattedrale

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Giornata Mondiale del Malato, domani celebrazioni all’Ospedale e in CattedraleDomani 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, la Chiesa celebra la trentesima giornata mondiale del malato. Il vescovo Giuseppe Schillaci presiederà la celebrazione eucaristica nella cappella dell’ospedale “S. Giovanni Paolo II” alle ore 12, a conclusione del triduo di preparazione che si sta celebrando in questi giorni. Alle ore 18.30, in Cattedrale, il vescovo presiederà la Santa Messa con la partecipazione dei volontari dell’Unitalsi.

“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità.” Questo il tema scelto da Papa Francesco per la giornata mondiale del malato di quest’anno, a trent’anni dalla sua istituzione da parte di Giovanni Paolo II.

Nel messaggio diffuso nei giorni scorsi dalla Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti ha ricordato come “ancora oggi il diritto alla cura di molte persone fa fatica a trovare le risposte necessarie e la pandemia ha acutizzato ulteriormente la difficoltà delle fasce più povere. Vogliamo richiamare l’attenzione su quanti stanno percorrendo l’ultimo tratto della loro esistenza, trovandosi nello stadio terminale di una grave patologia. Siamo grati ai Centri di cure palliative presenti sul territorio che svolgono un prezioso servizio nel prendersi cura dei malati più gravi fino al termine naturale della loro esistenza. Il numero di tali strutture è ancora insufficiente rispetto al bisogno; pertanto, auspico che ci sia la necessaria attenzione a quanti vivono situazioni di estrema fragilità oltre che un adeguato sostegno alle realtà che li accompagnano con dedizione”. Come infatti sottolinea Papa Francesco nel messaggio per la Giornata del malato: “Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia”.


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