Ci sarà il direttore della Caritas nazionale, don Marco Pagniello, il prossimo 21 dicembre alle 18.30 all’inaugurazione della nuova mensa Caritas diocesana nei locali del complesso interparrocchiale San Benedetto, dove sono nati e nasceranno altri servizi Caritas.
Un momento di condivisione con la città che si pone come obiettivo quello di guardare agli ultimi, ai più sfortunati, e di farlo con gratuità e servizio ma anche con l’intento di dare dignità all’uomo sin dai locali che ospiteranno la sala pranzo, le cucine, gli uffici, il centro di ascolto.
Un messaggio che la Chiesa che è in Lamezia, con il suo vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, insieme alla Caritas lametina, diretta da don Fabio Stanizzo, vogliono dare alla città ed all’intero territorio diocesano, mettendo al centro la persona, l’uomo. Quello stesso uomo protagonista del quadro dell’artista Maurizio Carnevali che campeggia dietro il bancone della mensa e che chiunque, osservandolo, leggerà, non solo come una sintesi della storia della Chiesa e della Caritas lametine ma anche della storia dell’uomo dei nostri tempi, con le sue crisi, le sue paure, le sue guerre. Il tutto, però, legato da un filo conduttore: la solidarietà che solo chi ama il prossimo riesce a trasmettere.
Nella nuova mensa, insonorizzate e climatizzata oltre che fornita di un sistema di riciclo dell’aria, sono previsti cento posti a sedere ed ogni giorno sarà preparato e servito, dalle dieci persone che si alterneranno tra volontari ed operatori della Caritas, un pasto caldo completo per il pranzo, mentre per la cena è previsto l’asporto.
In questi mesi, durante i quali don Fabio è stato affiancato per la concretizzazione di questo regalo alla città dai vicedirettori don Giacomo Panizza e don Ubaldo Navigante, insieme ai volontari ed agli operatori della Caritas, sono state tante le
risposte che la Caritas e la Diocesi hanno avuto dal territorio. Varie le donazioni, infatti, che sono giunte da famiglie ed operatori commerciali a dimostrazione che la comunità non vive arroccata nel suo egoismo, ma si attiva per aiutare chi è più debole.
Un progetto, quello della mensa che, insieme agli ambulatori solidali, al dormitorio, alle docce centro vestiario ed alle altre iniziative messe in campo ed in programma, intende guardare anche alla crescita spirituale ed all’inserimento nella società, accompagnando chi è meno fortunato e chi, anche in questi ultimi anni a causa della pandemia, si è trovato disorientato, perso, solo.