“Avvolta in panni ruvidi, poveri, si oppone con fede al vento sferzante degli accadimenti” e “ci appare fiera e consapevole di quanto intimamente le appartengano quei simboli cristiani della purezza e della passione che ora stringe a sé”. Con queste parole, l’artista Maurizio Carnevali descrive la sua opera, una statua che nei giorni scorsi è stata posizionata davanti la chiesa di Santa Maria Goretti e ritrae questa bambina che, appena undicenne, fu uccisa perché si oppose ad una violenza. “Una nostra figlia – dice Carnevali – che ci insegna, nella sua umiltà, quanto possibile sia, ora e qui, la trascendenza allo Spirito attraverso il perdono incondizionato e la fratellanza”.
L’opera, infatti, racconta la “figlia della terra”. È “su di essa piedi a nudi, rivelandosi a noi come un virgulto che nascendo già ha in sé la forza di poggiare le intemperie della vita”.
Quello della messa in posa della statua è stato anche occasione di raccoglimento in preghiera in un periodo in cui, quasi come legate da un filo invisibile fatto di lacrime, tante donne nel mondo sono vittime di violenza e/o vengono uccise dalla mano di chi, invece, dice di amarle. Un momento, quindi, non di sola esteriorità, ma di riflessione profonda, di messaggio di speranza e di vicinanza a chi, ancora oggi, subisce violenza.
“Il suo – dice Carnevali riferendosi alla statua – , è uno sguardo che guarda lontano e in alto verso una dimensione divina, le labbra serrate di chi sa amare senza clamore”.
Ed è in questa direzione che giunge le riflessione del parroco, don Pino Angotti: “Nel posizionare la statua – dice – , abbiamo scelto di sistemarla con gli occhi rivolti verso il quartiere. La nostra chiesa, a lei dedicata, è posta alla fine del quartiere. L’intenzione è proprio quella di mandare un messaggio di amore a chi vive in questa zona, ma anche a chi, giungendo da lontano, nell’osservare questa statua comprenda che mentre questa bambina salita agli Altari si trova unita a Gesù, volge il suo sguardo verso ciascuno di noi, verso le nostre case, le nostre famiglie come a rassicuraci: ancora una volta, sentitevi amati, sentitevi nel suo cuore”.
Ed in questo senso, Carnevali, parlando ancora della sua opera, sottolinea proprio che “non vi è alcuna concessione nell’impianto plastico verso forme e superfici di leziosa, ogni elemento tende a riportare il miracolo di una vita nel giusto perdono ad una dimensione terrestre”.