Il 13 maggio – come tutti gli anni – si celebra la prima apparizione della Vergine Maria del s. rosario a Cova da Iria ai tre pastorelli. Ma quest’anno la ricorrenza mariana mette in risalto un avvenimento che fa parte delle apparizioni di Fatima: il 40° anniversario dell’attentato a San Giovanni Paolo II. In molti ricordano quell’ora pomeridiana di 40 anni fa: intorno alle ore 17.17, furono sparati alcuni colpi di pistola contro il Papa Giovanni Paolo II, nell’intento di privarlo della vita. Mentre sta salutando i fedeli che affollano Piazza San Pietro per l’udienza del mercoledì, San Giovanni Paolo II resta vittima dei colpi di pistola sparati da Alì Agca; sono attimi decisivi per il Papa che agonizzante viene trasportato al Policlinico Gemelli.
Sarà Giovanni Paolo II stesso a raccontarsi affermando che in quei momenti cruciali non ha mai avuto dubbi sul fatto che non sarebbe morto e ha ben colto lo stretto intreccio fra il suo attentato e le apparizioni di Fatima: “Nell’istante stesso in cui cadevo in piazza San Pietro ho avuto il vivo presentimento che mi sarei salvato. Questa certezza non mi ha mai lasciato, nemmeno nei momenti peggiori, sia dopo la prima operazione, sia durante la malattia virale. Difatti, dopo essere stato operato d’urgenza nel policlinico Gemelli, torna in Vaticano dopo ventidue giorni di degenza, il 3 giugno. Ma un’infezione da cytomegalovirus lo costringe, il 20 giugno, a un ulteriore ricovero. Dopo il nuovo intervento chirurgico del 5 agosto, viene definitivamente dimesso il 14 agosto.
La pallottola, che gli trapassò l’addome, si trova ora nel Santuario di Fatima, incastonato nella corona della Vergine Maria, N.S. del rosario; la fascia, invece, forata dal proiettile, sta nel Santuario di Jasna Gora, in Polonia.
Per San Giovanni Paolo II fu dunque “una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante, trasportato al Policlinico Gemelli, si fermò sulla soglia della morte” (Dal discorso del 13-05-1984 di San Giovanni Paolo II).
Tali momenti saranno commemorati con un triduo di preghiera e di predicazione al Santuario Diocesano San Giovanni Paolo II di Cardolo, tutto orientato al messaggio sempre attuale che N.S. del rosario di Fatima ha lasciato alla Chiesa e al mondo e che lo stesso San Giovanni Paolo II ha confermato non solo con il suo luminoso magistero, ma soprattutto in qualità di testimone verace. Sarà un percorso di riflessione incentrato sul dono della vita umana sempre più esposta a tanti pericoli mortali, a volte colpita da altri tipi di “proiettili”, che potremmo identificarli nei bisturi, nelle pillole contraccettive e nelle siringhe usate per provocare la “dolce morte”.
Maria, la Madre di Dio, attraverso la vicenda di Fatima, in cui è stato coinvolto San Giovanni Poalo II, ci chiede che lì dove c’è una mano che vuole giocare con la vita e ucciderla, ce ne sia un’altra, anzi due in più, le nostre e quelle di ogni vero cristiano che oltre a congiungerle per impetrare la grazia della conversione dei cuore, con esse venga fermato ogni orrore, o quanto meno si intervenga a salvare quanto di più sacro si è ricevuto in dono: la vita.
Programma
11 maggio, ore 19.30: Giornata della Vita; presiede Mons. Giuseppe Schillaci, vescovo di Lamezia Terme
12 maggio, ore 18.30: Giornata della sofferenza; presiede Mons. Luigi Cantafora, vescovo emerito di Lamezia Terme
13 maggio, ore 18.30: Giornata della preghiera; presiede Mons. Vincenzo Rimedio, vescovo emerito di Lamezia Terme.