Soveria Mannelli, all’Istituto Rodari presentato il progetto “La vita in gioco”

Soveria Mannelli, all’Istituto Rodari presentato il progetto “La vita in gioco”

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L’Istituto Comprensivo «G. Rodari» di Soveria Mannelli, nel catanzarese , diretto dalla dott.ssa Teresa Pullia, ha concluso e presentato il Progetto «La vita in gioco» dedicato al gioco d’azzardo.

Alla scuola, che comprende anche la sezione di Carlopoli, si sono affiancate altre realtà territoriali che operano nel campo sociale.

Capofila dell’iniziativa il movimento di spiritualità Vivere In,ente proponente, composto prevalentemente da laici che si impegnano individualmente e comunitariamente a promuovere un percorso di configurazione a Gesù Cristo, l’uomo nuovo, facendosi promotori di iniziative che hanno lo scopo di concretizzare il messaggio cristiano, nei vari ambiti del vivere umano.

Così come ha ben spiegato la responsabile del cenacolo Vivere Indi Lamezia, Prof. Mariarita Di Cello “continuiamo a dare vita da 12 anni a questa parte, a questo progetto “La vita in gioco” costruito con l’utilizzo di un efficace strumento didattico che è la mostra nazionale ed itinerante: Azzardo non chiamatelo gioco”, ereditata da una esperienza svolta nella regione Lombardia da donMazzi con la sua associazione Exodus. “Ci si alterna – aggiunge la Di Cello – tra Istituti Secondari di 1° e 2° grado, svolgendo attività di sensibilizzazione, mettendo gli allievi in contatto con specifichetematiche, attraverso le quali essi si confrontano, si misuranoutilizzando svariati strumenti didattici”.

Altra realtà coinvolta, la cooperativa Zarapoti, operante nel terzosettore che si sposta con un grandissimo camper lungo le strade della movida, i luoghi di spaccio; fanno volantinaggio, avvicinano i giovani e tanto altro, con Ampeliio Anfosso che ha “ringraziato i ragazzi per le grandi emozioni che ci avete dato e per le tante domande che ci avete fatto”.

La dottoressa Mariarita Notaro che opera nel SerD Soverato e negli ultimi mesi anche a Lamezia, ha lodato l’istituto “per la suagrande organizzazione e sensibilità verso certe tematiche e iragazzi per il loro vivido interesse e la loro perspicacia e consapevolezza, doti non comuni tra i giovani, sui rischi legati al gioco”.

Tornando all’associazione Vivere In, promotrice del progetto, ha preso la parola il dott. Antonino Leo, responsabile regionale, che ha battuto sul tasto delle “contraddizioni legate al gioco dove leistituzioni, se da una parte aiutano, dall’altra spingono il giocatorein questa pericolosa spirale. Fare rete – ha aggiunto – è fondamentale ma non è semplice. Bisogna sempre stare attenti e denunciare questo fenomeno subdolo”.

A questo punto, sono intervenute le componenti ecclesiastiche,legate comunque a doppio nodo all’iniziativa visto il supporto dalla Diocesi di Lamezia Terme. Don Roberto Tomaino,referente del progetto, nella doppia veste di docente dell’istituto e parroco di Soveria Mannelli, ha fatto gli onori di casa e fatto conoscere meglio agli ospiti le eccellenze del “Rodari”. “Sonoorgoglioso di questi nostri ragazzi – ha detto –, che non appenavengono chiamati in causa rispondono sempre presente. Come non far menzione, poi, di tutto il corpo docente che si è speso inmodo totale per la realizzazione di questa bellissima iniziativa. Il gioco d’azzardo è una delle piaghe peggiori della società attuale e parlarne, comunicare senza timori in pubblico un proprio disagio,è la strada migliore per affrontarla e sconfiggerla. A seguire in rappresentanza della pastorale per l’educazione, la scuola el’università, don Domenico Cicione Strangis, che ne è presidente. Egli ha ribadito il concetto che “nessuno può farcela sa solo e bisogna volere il bene della persona che ci sta accanto e intercettarne il disagio, perché solo parlandone con adulti,insegnanti e anche noi sacerdoti”. Don Domenico ha poiraccontato storie reali legate a incontri fatti con persone malate digioco e ha citato il santo Carlo Acutis e la sua capacità di discernimento e di darsi un limite sul tempo di utilizza dei dispositivi”.

La dottoressa Giulia D’Audino, responsabile del SerD diCatanzaro, ha presentato le colleghe Dott.ssa Antonella Falbo(medico), dottoressa Antonella Renda (assistente sociale) e Aida Rizzo (psicologa), che operano sulla provincia e ringraziato tutte le figure coinvolte nel progetto, manifestando la preoccupazione per “il notevole abbassamento della fascia d’età dei giocatori” e l’importanza “di comunicare e fare informazione per gli altri ragazzi poiché il vostro messaggio, arrivando da coetanei, è il più importante per loro”.

Complimenti sono arrivati dalla vicesindaca Antonella Pascuzziche ha ribadito “l’importanza degli insegnanti, il cui esempio può essere fondamentale per la scelta del percorso di un giovane”.

La giornata si è conclusa con la presentazione dei lavori svoltidagli alunni. Nello specifico, un video con interessanti interviste alla dirigente scolastica e a docenti eragazzi, la somministrazione e lo studio di un questionario e una mostra, inaugurata con rituale taglio del nastro, in cui gli alunni di Carlopoli, guidati dalla prof. Francesca Fiore, hanno esposto, presentato e descritto, una serie di bellissime opere richiamanti il tema del gioco d’azzardo.


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