In Cittadella la II Conferenza nazionale sui beni confiscati e sulle politiche integrate di sicurezza urbana

In Cittadella la II Conferenza nazionale sui beni confiscati e sulle politiche integrate di sicurezza urbana

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Si è tenuta oggi, alla Cittadella regionale a Catanzaro, la seconda Conferenza nazionale sui “Beni confiscati e sulle politiche integrate di sicurezza urbana”, promossa dalla Regione Calabria – con il Dipartimento Transizione digitale e Attività strategiche, settore beni confiscati, e l’assessorato al ramo guidato dal vicepresidente Filippo Pietropaolo – e dal Forum italiano per la sicurezza urbana.

I lavori sono stati introdotti dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, dalla sottosegretaria di Stato, Wanda Ferro, e dal vicepresidente, Filippo Pietropaolo.

A seguire gli interventi del Prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, della direttrice dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Maria Rosaria Laganà, del vicepresidente Forum Italiano per la sicurezza urbana, Marco Porcedda, del presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà.

L’attività di valorizzazione dei beni confiscati, intrapresa dalla Regione Calabria già con l’approvazione della Strategia regionale, si arricchisce di un nuovo strumento: il Piano di settore – approvato con deliberazione di giunta regionale nel mese di ottobre 2024 – per l’attuazione delle azioni 4.3.2 e 4.h.2 del Programma regionale Calabria Fesr Fse+ 2021/2027 e dell’accordo di coesione Fsc 21/27, attraverso cui è stato possibile selezionare le operazioni sulle quali far convergere le risorse.

Il Piano è stato illustrato nel dettaglio dal dirigente generale del Dipartimento Transizione digitale e Attività strategiche della Regione Calabria, Tommaso Calabrò, e dalla coordinatrice delle attività di valorizzazione beni confiscati, Antonella Sette.

L’Azioni, la 4.3.2 “Altre infrastrutture sociali che contribuiscono all’inclusione sociale nella comunità” ha una dotazione finanziaria di euro 17.352.718,00, l’azione 4.h.2 “Promuovere l’innovazione sociale, per lo sviluppo di nuovi servizi di welfare e sostenere l’imprenditorialità sociale” è finanziata con risorse peri a euro 16.278.558,02 del programma regionale Calabria Fesr Fse+ 2021/2027, nonché dell‛accordo di coesione Fsc 21/27 per 13.594.000,00.

“Abbiamo deciso di investire copiose risorse – ha esordito il presidente Occhiuto – per l’utilizzo e il recupero dei beni confiscati, attraverso il contributo dei Comuni, e previsto dei criteri che rendono più semplice le procedure perché spesso molte di queste iniziative sono state frenate da un eccesso di burocrazia”.

“Ringrazio – ha proseguito il presidente della Regione – quanti in questi anni hanno lavorato per rendere performante l’attività della Regione in questa materia. Sono molto riconoscente al Governo nazionale e, quindi, alla sottosegretaria Wanda Ferro e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con cui abbiamo stipulato per primi un protocollo d’intesa che ci ha messo nella condizione di poter impiegare in modo utile i beni confiscati alla ‘ndrangheta. Ringrazio tutti gli attori coinvolti perché quando si crea un rapporto sinergico tra le istituzioni: il Governo nazionale, la Regione, le prefetture, l’Agenzia per i beni confiscati, il le Forze di polizia, si può dimostrare che in Calabria lo stato è più forte. Inoltre, stiamo svolgendo un’attività molto importante perché abbiamo deciso di dare alla Direzione investigativa Antimafia le banche dati della regione e ora lo stiamo facendo anche con le aziende sanitarie ospedaliere che gestiscono circa 4 miliardi di risorse”.

“È importante lanciare il messaggio che lo Stato è più forte, che quello che la ‘ndrangheta ha costruito lo Stato lo mette a disposizione dei calabresi. In un altro ambito, invece, lo Stato continua a far fallire aziende confiscate alla mafia. Su questo dobbiamo lavorarci con più intensità perché ciò non deve succedere e lo Stato si deve rappresentare più forte dei poteri criminali, altrimenti si alimenta il tarlo antropologico che ci sia uno Stato che toglie lavoro e sviluppo, mentre prima chi gestiva quell’azienda dava lavoro e dava sviluppo”.

“Pertanto a me piacerebbe – ha infine rimarcato il presidente Occhiuto – che la Calabria, grazie al contributo sinergico con il governo nazionale, potesse diventare una Regione capofila non solo nell’impiego dei beni confiscati, ma anche nell’utilizzo delle aziende confiscate, per dimostrare, ancora una volta, dalla Calabria che lo Stato è più forte”.

“La Calabria – ha sottolineato la sottosegretaria Ferro, la quale ha anche illustrato le diverse iniziative del Governo nelle altre regioni – sottoscrivendo nel 2023 il protocollo tra il presidente Occhiuto e il ministro Piantedosi, è stata antesignana rispetto al riutilizzo dei beni confiscati ma, soprattutto, a tutta quella grande partita che può affiancare gli enti locali nella gestione e nella ristrutturazione. Una Regione che sicuramente ha fatto da apripista”.

“Lo Stato è presente, sta legiferando, sta inserendo norme importanti anche nel pacchetto sicurezza per quanto riguarda i beni confiscati. A questo si aggiunge anche un nuovo tavolo che – ha infine comunicato Ferro – riguarda tutta la partita dei beni confiscati all’interno delle aree Zes, Zone economiche speciali, istituito per verificare se si possono applicare le stesse procedure di semplificazione con l’obiettivo di mettere in condizione le aziende salvabili di ripartire, lavorando in un mercato libero e, soprattutto, onesto”.

Il vicepresidente Pietropaolo ha messo in evidenza che “la restituzione dei beni confiscati alla collettività, per finalità sociali ed istituzionali, attraverso azioni di recupero sistematiche e strutturate sul territorio, per garantire la gestione del bene, è tra le finalità del Piano di settore della Regione Calabria per la valorizzazione e la gestione dei beni confiscati. Si tratta di investimenti importanti che hanno guidato l’azione amministrativa nell’individuazione anche di un percorso che consentisse di arrivare velocemente al riutilizzo degli immobili confiscati”.

“L’iniziativa di oggi – ha spiegato – rappresenta un appuntamento importante perché riteniamo che sia fondamentale mettere a confronto, con cadenza annuale, le esperienze tra le Regioni. Ora lo facciamo con Campania e Lazio con le quali approfondiamo problematiche specifiche riguardanti anche beni immobili e terreni agricoli. Abbiamo parlato inoltre di un altro aspetto che è intimamente connesso alla presenza pervasiva della criminalità in genere e per il quale occorre dispiegare maggiormente gli sforzi. Si tratta del fenomeno emergente della devianza giovanile. L’obiettivo – ha concluso Pietropaolo – è concentrare l’attenzione sulla sfera preventiva propria di enti locali e articolazioni dell’amministrazione pubblica, dando spazio alle voci di chi lavora quotidianamente con i giovani nei servizi presenti sul territorio”.

Pertanto, nel corso delle tre sezioni della Conferenza, un focus ha riguardato proprio il Protocollo d’intesa “Interventi per il rafforzamento della legalità, sicurezza, coesione sociale e per il contrasto dell’abbandono scolastico in Calabria” sottoscritto il 23 settembre 2024, tra Regione Calabria, Ufficio scolastico regionale e il Ministero dell’Interno, attraverso il quale si intende rafforzare l’aspetto del protagonismo giovanile per la prevenzione della criminalità. In quest’ottica la presenza dell’Ufficio Scolastico regionale, unitamente ai soggetti istituzionali che affrontano quotidianamente le problematiche legate alla devianza giovanile e alla dispersione scolastica forniranno un autorevole contributo alla discussione per individuare percorsi condivisi di legalità e sicurezza.

Temi sui quali si sono susseguiti nel corso della giornata numerosi interventi dei relatori.

Tra questi, Maria Rosaria Laganà direttore Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha riferito di interlocuzioni avviate con l’Agenzia del demanio e con il commissario che si occupa della Zes, per cercare di beneficiare anche di quelle che sono le accelerazioni procedurali. A livello normativo sono stati presentati alcuni emendamenti, all’esame del Senato nel decreto sicurezza, per quanto riguarda, per esempio, la valutazione, già nella fase del sequestro, della possibilità di un’azienda di restare sul mercato, creando un percorso sano e concrete prospettive di lavoro legale.  Attraverso la nostra piattaforma, le associazioni si possono iscrivere prenotando direttamente un bene e presentando un progetto sinergico tra i vari attori. Dai beni confiscati possono nascere delle realtà e delle attività concrete che potranno creare un effetto domino positivo”.

Gian Guido Nobili, coordinatore nazionale del Fisu, Forum Italiano per la sicurezza urbana e la cultura della legalità, ha detto che “per la Regione Calabria è stata predisposta una linea di interventi per i beni confiscati già dopo il primo incontro del 2023. L’intenzione è quella di mettere a confronto le buone prassi sviluppate da altre Regioni, quest’anno la Calabria si rapporta con Lazio e Campania, per l’utilizzo dei beni confiscati con affinità sociali e istituzionali”.

Infine, spazio anche al racconto di alcune realtà di successo come, ad esempio, il caso della Balzana in Campania, il bike park di Tabina di Magreta (Mo) e la riqualificazione della ex cava di inerti nel Comune di Sorianello


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