“CITTADINANZATTIVA di Lamezia Terme, in occasione della recente assemblea territoriale ha affrontato, tra i vari temi oggetto di riflessione, le criticità della Scuola Lametina e della scuola italiana più in generale. Nello specifico della nostra città, oltre ai temi specifici della sicurezza degli alunni e del personale della scuola si aggiungono problematiche nuove legate ad una razionalizzazione della Rete scolastica affidata a parametri numerico-burocratici che nulla hanno a che vedere col contesto territoriale e sociale della nostra comunità. Quando si pensò alla razionalizzazione della rete scolastica italiana, più volgarmente conosciuta come accorpamenti di istituti, né la politica, né gli esperti suggeritori delle misure restrittive, tantomeno la sentenza n. 223 del 2023 della Corte costituzionale, ebbero la premura di spiegare come fosse possibile, in presenza di numeri insopportabili, garantire l’agibilità di un Collegio Docenti nell’esercizio corretto della sua funzione. Nei giorni scorsi sono circolate note, pubblicate sui quotidiani locali, estremamente critiche sulle ultime misure di razionalizzazione della rete scolastica che hanno costretto, e stanno costringendo, i dirigenti scolastici di Lamezia Terme e del Lametino a chiedere al sindaco della Città della piana locali (sale consiliari, teatri ed altro ancora) idonei, per ampiezza e coerenza con le norme sulla sicurezza, allo svolgimento dei collegi sovradimensionati.
Il Collegio docenti è l’organo più importante della scuola perché ne organizza la vita, consente ai docenti di confrontarsi su temi specifici del progetto educativo e permette il voto a scrutinio segreto quando si tratta di eleggere funzioni delicate, scegliendo un collega per rappresentarle anziché un altro. Ma chi di scuola si nutriva aveva in Parlamento, nelle sedi sindacali e nel Paese l’obbligo di mettere al primo posto la pedagogia e, in funzione di essa, le risorse contabili necessarie. Al contrario, come avvenuto nella sanità con i piani di rientro, la mannaia del contenimento della spesa si è abbattuta esclusivamente sulla scuola pubblica. Un vero e proprio scandalo continuare a penalizzare la scuola impoverendone l’offerta formativa, nel mentre si pensa all’aumento al 2% del prodotto interno lordo per sostenere la produzione delle armi. Non sfugge certamente a chi si intende di scuola, e che è ancora in grado di dissociarne il destino dalle passioni aziendaliste, come il passaggio dalle classi pollaio, che penalizzavano l’individualizzazione dei processi di apprendimento a scapito dei più deboli (portatori di disabilità), a iper-istituti renda sempre più marginale la funzione della pedagogia nel processo di educazione integrale della persona umana.
Tutto sembra girare al contrario e di ciò il settore scuola di Cittadinanzattiva di Lamezia Terme sente il peso e la gravità. Risuona ancora attuale la preoccupata nota del 15 febbraio di un anno fa degli 11 presidenti dei consigli di Istituto, indirizzata al Comune e alla provincia, sulla perdurante carenza strutturale per non parlare dell’assenza di certificazione di agibilità di diversi edifici. A Lamezia Terme, nell’ottobre del 2021, si individuavano 6 edifici, non conformi con le norme antisismiche, che richiedevano di essere ricostruiti. A che punto è lo stato dell’arte? La risposta spetta al Sindaco della città che non può limitarsi a dare i teatri ai Dirigenti Scolastici che non hanno gli spazi volumetrici e di sicurezza per ospitare centinaia di docenti”.
Così in una nota Patrizia Chieffallo, (Resp. Scuola Cittadinanzattiva di Lamezia Terme) e Felice Lentidoro, (Coord. Territoriale Cittadinanzattiva di Lamezia Terme).