Lamezia Terme – Sono stati 315 gli atti intimidatori, tra aggressioni, minacce e atti vandalici, ai danni di sindaci, amministratori locali e dipendenti della Pubblica Amministrazione censiti nel 2023, il 3,5% in meno rispetto al 2022, quando erano 326.
A renderlo noto è Avviso Pubblico, l’Associazione che oggi riunisce 584 tra Enti locali e Regioni impegnati nella promozione della cultura della legalità democratica, che ogni anno, da oltre dieci anni, pubblica il Report “Amministratori sotto tiro”.
Lo studio, presentato ieri durante la tredicesima edizione di “Trame. Festival dei libri sulle mafie” in corso a Lamezia Terme, oltre a riportare i dati, analizza il fenomeno nella sua complessità, individuando le Regioni e le Province più colpite e distinguendo le intimidazioni e le minacce per tipologia.
Con 51 episodi, per la prima volta dal 2016 la Calabria è la regione più colpita. In particolare, nella sola provincia di Cosenza se ne sono registrati 30 in 15 differenti aree comunali. Seguono la Campania, la Sicilia e la Puglia. Più in generale, il 55% dei casi di aggressione e minacce si verifica nei comuni con un numero di abitanti inferiore a 20mila, mentre il 21% si riferisce ad amministrazioni sciolte recentemente per infiltrazioni mafiose. Una fattispecie, questa, che riguarda ben 42 Comuni.
“Il rapporto mira a fare un focus sul problema degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, ma ha anche l’obiettivo di dare speranza al Paese e dimostrare che non tutti i politici sono soggetti a un tipo di regole che scoraggia le persone e che le invita a rivolgersi ad un altro status che non è quello di diritto, ma quello mafioso”, ha dichiarato Michele Abbaticchio, Vicepresidente di Avviso Pubblico, durante il suo intervento a Trame.
“Secondo il report la Calabria torna a essere la prima regione con più atti intimidatori subiti”, ha commentato Giuseppe Politanò, Vicesindaco di Polistena e Coordinatore Regionale di Avviso Pubblico in Calabria, durante il dibattito di Trame dal titolo “Il Coraggio di ogni giorno”. “Forse quel senso di coraggio che spesso viene richiesto ai nostri amministratori locali è più forte nell’immaginario collettivo del Paese che nella realtà quotidiana dei nostri sindaci. Penso infatti che siamo arrivati a un punto in cui quella scelta, ossia di essere coraggiosi, coincida con la normalità. Essere se stessi e mettere l’interesse per la collettività al centro, queste le cose che un buon amministratore deve tenere sempre a mente”.