Lettera al sindaco di Lamezia sui rischi di tracimazione del torrente Cantagalli

Lettera al sindaco di Lamezia sui rischi di tracimazione del torrente Cantagalli

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”Signor sindaco, come in tutte le cose che richiedono risposte, possibilmente tempestive, da chi amministra un territorio ci sono interventi che ci sollevano il morale, come nel caso della definizione della pratica per il completamento delle passerelle sul torrente Piazza a ridosso del parco fluviale” Felice Mastroianni.

Ci sono, però, cose che, per una sorta di cronica istituzionale sottovalutazione, ci lasciano col fiato sospeso. È il caso del torrente Cantagalli, già sollevato quattro anni fa sulla stampa locale dallo scrivente e anche da altri, per i rischi di ennesima tracimazione. Oggi il torrente, alleggerito in alcuni brevi tratti di particolare visibilità dagli sterpi e dai canneti, da Via delle Rose in giù, presumo fino alla foce, è abbandonato a se stesso, così come a nord di Sambiase fino alla località Matacca, a valle di Gabella. Mi rendo conto che, sovente, chi amministra trova comprensibile gratificazione nell’esaltare i successi che, per carità, a volte ci sono pure, ma confrontandoli con la miriade di problemi irrisolti di importanza strategica per la salute del nostro territorio, mi scuso per la metafora che non vuole essere irriguardosa, la nostra città, dal viso meraviglioso e sconfinatamente attraente, sembra uscire dal barbiere con un mezzo baffo tagliato e il resto della barba da radere. E qui, signor Sindaco, mi permetta di porLe un interrogativo. Se radere il letto del torrente fino all’ingresso nel mar Tirreno, che non richiede interventi “una tantum” ma necessariamente sistematici, è così complicato, non Le pare che sia proprio il caso di chiamare la Giunta Regionale e, nello specifico il consorzio di bonifica, alle loro responsabilità? Sì, anche il Consorzio di Bonifica che in questi anni ha preteso da una miriade di utenti, con invio di bollettino, il pagamento del caffé senza che l’avessero mai bevuto. Eppure trattasi di un ente che ha essenzialmente due compiti di precipua valenza sociale: l’elaborazione di piani territoriali urbanistici e di difesa del suolo e dell’ambiente; l’esecuzione di opere per la sicurezza idraulica, opere di salvaguardia della qualità e della quantità dei corsi d’acqua tramite finanziamenti statali e regionali. Si faccia sentire alla Regione, Sindaco, perché la riforma dell’architettura burocratica dei Consorzi, con gestione centralizzata, non si riduca esclusivamente al recupero crediti dagli agricoltori morosi, magari anche a scapito di quelli che hanno pagato il caffé senza averlo bevuto. Chieda a chi governa la Regione di perlustrare i corsi d’acqua che attraversano questo territorio e, forse si renderanno conto che, prima delle opere futuristiche, assolutamente inutili, bisogna prendersi cura di un territorio, quello calabrese, profondamente malato. Il letto del Cantagalli ne è un esempio lapalissiano anche per le storie di dolore che, per l’incuria dello Stato, negli anni scorsi questo territorio ha raccontato”.

Fiore Isabella, (Ex Consigliere Comunale di Lamezia Terme)


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