Lo scorso 21 ottobre, nella prestigiosa cornice del Museo di Palazzo Trinci di Foligno, è stato assegnato all’Antico Mulino delle Fate – bene di rilevanza storica ed architettonica ristrutturato con finalità esclusivamente culturali ai piedi del Castello Normanno Svevo di Lamezia Terme – il Premio Internazionale “La Fabbrica nel Paesaggio”, promosso da FICLU (Federazione Italiana delle Associazioni e Club per l’Unesco) nella sezione riservata a soggetti privati “Ristrutturazione con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio”, giunto alla sua XIV edizione, su candidatura proposta dal Club per l’UNESCO di Catanzaro.
Nel corso della serata di premiazione, a Foligno, il Mulino è stato presentato insieme a diversi candidati di taratura anche europea – 21 proposte arrivate in finale e suddivise i cinque sezioni di gara – e scelto come migliore esempio di progetto capace di incidere sul paesaggio, secondo modelli di sostenibilità ambientale, economica e sociale, con scopi culturali, didattici e di pubblica utilità.
La presidente Nazionale Architetto Teresa Gualtieri, nella sua introduzione ha illustrato i valori e gli obiettivi dell’UNESCO che, attraverso il Concorso, i Club della Federazione Italiana intendono perseguire, facendo conoscere buone pratiche di interventi sul territorio, nello spirito del “Paesaggio Culturale Evolutivo”come definito dal Comitato per il Patrimonio Mondiale. Le Comunità hanno un ruolo generativo nel modellamento del paesaggio e, quindi, una forte responsabilità civile – ha detto Gualtieri – evidenziandol’importanza dell’educazione, finalità primaria dell’UNESCO, per la conoscenza delle identità da tramandare alle future generazioni e per costruire uno sviluppo sostenibile fondato sul rispetto dei diritti umani, dei principi di libertà e democrazia.
Il Mulino è stato restaurato e reso fruibile al pubblico nel 2021 dagli ingegneri lametini Fabio Aiello e Anna Filardo, residenti in Svizzera – che hanno ritirato il premio a Foligno -, senza contributi pubblici o finalità commerciali. Il Mulino risale al 1600 ed è teatro dell’antica leggenda della Fata Gelsomina. Da rudere dimenticato è stato trasformato in centro di aggregazione sociale e luogo in cui “macinare cultura”. Il Mulino, circondato dalla valle del Torrente Canne a da un bosco messo sotto stretta tutela dagli stessi proprietari, è meta di visite guidate, laboratori didattici ed eventi tesi a preservare le tradizioni. Si configura inoltre, con la sua ruota ad acqua perfettamente funzionante, come esempio virtuoso di sostenibilità ambientale. L’Antico Mulino delle Fate, opera già iscritta nell’elenco Nazionale dei Mulini Storici Italiani, a maggio scorso ha rappresentato per il secondo anno consecutivo l’intero sud Italia nelle “Giornate dei Mulini Storici Europei”. Il premio assegnato al Mulino rappresenta un grande contributo per tutto il territorio regionale, che ha permesso alla Calabria di emergere a livello europeo portando un messaggio di bellezza, di cultura e di ecosostenibilità.