L’associazione lametina “Le Città Visibili” fa tappa al Villaggio Potame

L’associazione lametina “Le Città Visibili” fa tappa al Villaggio Potame

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L’Associazione Le Città Visibili ha partecipato, domenica 28 maggio, ad una singolare esperienza di viaggio. Ha fatto tappa al Villaggio Potame, nel comune di Domanico (CS) e, con una passeggiata immersa nel verde degli alberi e nel giallo della ginestra in fiore, ha visitato il “Museo Case narranti”.
“La guida – si legge nella nota – il poliedrico William Gatto, presidente del Parco “Tommaso Campanella”, attore, cantastorie e performer, ci ha condotti lentamente attraverso il villaggio, illustrandoci i vari murales, opera di artisti del settore Street Art, al momento 36, e le due sculture, frutto dell’estro creativo degli artisti Mario Verta, Ferdinando Gatto, Daniele Armieri, Antonio Oliva e Caterina Fiorino. Il fine dell’associazione di William Gatto e dell’Associazione Sottosuolo con Mario Verta, è quello di rivitalizzare il villaggio Potame e renderlo un’attrazione turistica non solo nel periodo estivo. Il villaggio conta una cinquantina di abitanti e una serie di villette, alcune molto curate, altre disabitate da anni e altre ancora in rovina. Case di villeggiatura, non più utilizzate o usate solo d’estate. Gli artisti, fortemente motivati, hanno deciso di realizzare opere uniche, contraddistinte dai vari stili, realizzandone alcune con la collaborazione dei bambini. Hanno cercato di far scaturire lo spirito del luogo, sia con riferimento alla storia delle dominazioni straniere, che si sono avvicendate, sia alla flora e fauna locali, non solo del comune di Domanico, ma anche dei paesi limitrofi (Carolei, Mendicino, Lago, Paterno, Grimaldi, Amantea). Il percorso “verde”, che è quello completo, compiuto da Città Visibili, si snoda per 3,7 km circa e si compie agevolmente in 3 ore circa. Ogni opera attrae la nostra attenzione. Si susseguono suggestivi disegni e si passa dai Romani a re Alarico, dal tesoro di Santalucerna alla Rocca di Amantea, dai borghi di Lago al pianista Alfonso Rendano. E poi le formiche, i lupi, gli anziani, il gufo, l’aquila. I murales si snodano sotto i nostri occhi e ci conquistano con la loro forza evocativa. La visita si conclude con la casa cantoniera, dove vissero Domenico Gatto e Pasqualina Monaco, i nonni di William, disegnati sulla facciata, ai lati del portone di ingresso, e ritratti un momento della loro vita quotidiana. Tutte le opere, compresa la mirabile scultura in legno di Ferdinando Gatto, che raffigura una lupa e i suoi piccoli, sono state eseguite gratuitamente dagli artisti. Il “Museo Case narranti” di Potame ha promosso un gemellaggio con Bagnaria Arsa in provincia di Udine. L’idea è stata di un ragazzo di Potame che vive lì e che ha esportato il progetto nato nel suo paese. Artisti friulani hanno aderito con entusiasmo e realizzato coloratissime opere che saranno promosse con un festival nei prossimi giorni.
Nel pomeriggio l’Associazione ha raggiunto San Lucido, accolta al bar “La mandorla” dall’assessore comunale Cristian Marchese e da prelibatezze locali. La visita del ridente paese costiero ha riservato tante sorprese a chi non l’aveva mai visto, ma anche a chi lo conosceva già. Un panorama bellissimo, un castello diruto, il monumento a Cilla, la chiesa di San Giovanni Battista, la calda accoglienza della gente del luogo e il clima estivo ci hanno riempito gli occhi e il cuore di allegria. William Gatto, che a Potame ci ha accompagnati in costume da fungo porcino (Capennivuru, maschera creata da lui), a San Lucido ci ha condotti “in borghese”. Ma le sorprese non sono finite lì perché, in via del tutto eccezionale, con l’ausilio di don Aurelio, è stato possibile visitare nella vicina Paola, la bella chiesa della Madonna del Carmine, con la suggestiva statua della Vergine. Ma, soprattutto, abbiamo visitato l’adiacente chiesa di Sotterra. Per l’occasione, William ci ha guidati vestito da frate. Tempestato di domande e osservazioni, ma sorretto dalla sua grande esperienza e cultura, ci ha davvero stupiti. Questa chiesa, forse la più antica della Calabria, impropriamente definita ipogea, fu scoperta per caso, durante le operazioni di ristrutturazione della sovrastante Chiesa del Carmine, alla fine del XIX secolo. Le sue origini non sono certe, risalgono probabilmente al VII secolo. Fu rimaneggiata in epoca medievale e affrescata. William fornisce molte notizie suscitando un’ondata di irrefrenabile entusiasmo quando passa ad esaminare l’affresco centrale coi 12 apostoli. 12, anche se Giuda non c’è e però si vede benissimo la figura di una donna, la Vergine secondo gli studi più accreditati. Ai lati dell’abside si trova un angelo, sulla sinistra, e la Madonna sul lato opposto. Affreschi più recenti, risalenti al 1400, sono posti sulla parete di sinistra e raffigurano la Madonna con Bambino e un santo, probabilmente Sant’Antonio abate. Tutti i dipinti sono estremamente suggestivi e di grande impatto emotivo. Alla fine di questo viaggio nel tempo e nell’arte – conclude la nota -il gruppo ha preso appuntamento per la prossima escursione, sempre sul territorio della nostra splendida regione”.

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