Sanità, prendono servizio oggi in Calabria 50 medici cubani

Sanità, prendono servizio oggi in Calabria 50 medici cubani

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POLISTENA – Hanno preso servizio i primi 50 medici cubani che saranno utilizzati negli ospedali calabresi in base alla convenzione sottoscritta lo scorso agosto dal presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità Roberto Occhiuto con la società dei medici cubani. Sedici quelli destinati all’ospedale di Polistena. Tra loro 2 ortopedici, un radiologo, 2 cardiologi e altri di varie discipline che saranno destinati probabilmente al pronto soccorso. Per 2 mesi saranno affiancati dai professionisti interni. “Daremo il massimo contributo – ha detto uno di loro – e garantiamo il massimo impegno per migliorare i servizi di questo ospedale. Dalla nostra esperienza, oltre che a fornire aiuto, speriamo anche di ricevere in termini di rapporti umani”.
Ad accoglierli, la commissaria straordinaria dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia. “Siamo in grande difficoltà – ha detto Di Furia parlando con i giornalisti – perché per anni non c’è stata la possibilità di prendere professionisti per via del piano di rientro. Abbiamo riaperto da poco i concorsi ma non è facile trovare professionisti ed è un problema nazionale”.
L’arrivo dei medici cubani, ha aggiunto, è “un momento in cui noi cominciamo a respirare. Nel frattempo continuiamo a fare tutti i concorsi con l’auspicio che man mano riusciamo a ripristinare professionalità costanti. L’annualità per la quale i colleghi sono stati assunti è utile per recuperare gli altri professionisti”. Attualmente i medici in servizio nell’ospedale di Polistena sono 141. “I medici arrivati – ha detto Di Furia – rappresentano il 10% e chiaramente non sono risolutivi ma una boccata d’ossigeno. Poi c’è un aspetto sottaciuto. Giustamente si dice che devono conoscere il nostro modo di lavorare perché si integrano in un percorso già tracciato ma sarà anche possibile avere da loro il valore aggiunto di una competenza diversa”.
Nelle intenzioni dell’Asp c’è anche la riapertura dell’Obi, l’osservazione breve intensiva che, ha detto Di Furi, “è semi fermo. Con l’arrivo dei nuovi medici contiamo di dare più prestazioni ai cittadini. Raccomandazioni ai colleghi? No, ho solo chiesto loro di non rispondere alle provocazioni perché qualcuno qualche provocazione la potrebbe fare”.
“Oggi prendono servizio negli ospedali di Polistena, Gioia Tauro, Locri e Melito Porto Salvo, i 51 medici cubani che lo scorso 28 dicembre sono arrivati in Calabria. In queste settimane hanno seguito un corso intensivo di italiano presso l’Università di Cosenza, e adesso sono pronti ad iniziare la loro avventura nelle corsie ospedaliere della nostra Regione”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “Per farli arrivare in Italia – prosegue – abbiamo superato polemiche e tanti intoppi burocratici. Evidentemente a qualcuno ha dato fastidio questa iniziativa, che invece ha l’unico scopo di tenere aperti, nonostante la carenza di camici bianchi e ad esclusivo vantaggio dei pazienti, tutti i reparti e tutti gli ospedali. Come ho detto più volte, i medici cubani non toglieranno alcun posto di lavoro a medici italiani o calabresi, e questa vicenda non è una scorciatoia per non affrontare di petto i problemi che ci sono. Per superare l’emergenza in modo strutturale l’unica strada che abbiamo è quella dei concorsi, che continueremo a bandire su tutto il territorio regionale per assumere medici a tempo indeterminato. Costruiremo concorsi più attrattivi, coinvolgendo anche gli specializzandi, per far in modo che anche ospedali periferici possano essere presi in considerazione da medici specializzati alla ricerca di un’occupazione. E per farlo chiederemo la compartecipazione del governo nazionale: se ad un carabiniere o ad un magistrato che prestano servizio in Calabria viene riconosciuto qualcosa in più in termini economici e di carriera, perché la nostra Regione viene considerata zona disagiata, questo criterio deve valere ancor di più per la sanità, settore in macerie e commissariato da oltre 12 anni. E su questi punti ho aperto un proficuo confronto con il ministro Orazio Schillaci.
I medici cubani, dunque, non rappresentano la soluzione, ma il loro contributo sarà, in questo frangente, fondamentale e di vitale importanza per tante comunità regionali”. “Sono felice – conclude Occhiuto – di come le cittadine
coinvolte in questa prima fase della nostra iniziativa hanno accolto i camici bianchi caraibici: con calore, con affetto, e con senso di riconoscenza. Allo stesso tempo i cubani hanno portato entusiasmo, spirito di servizio, voglia di mettersi a nostra disposizione per aiutare concretamente la sanità calabrese. Una storia di collaborazione, di dialogo tra diverse culture, di mutuo soccorso.  n’opportunità per noi e per loro. Ed oggi inizia ufficialmente questa bella pagina di storia”.


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