Cosenza, il colonnello Calcagni incontra gli studenti del Brutium, Succurro: "E' stata una grande lezione di vita"

Cosenza, il colonnello Calcagni incontra gli studenti del Brutium, Succurro: “E’ stata una grande lezione di vita”

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Cosenza, il colonnello Calcagni incontra gli studenti del Brutium, Succurro: "E' stata una grande lezione di vita"«Ritengo una grande lezione di vita la testimonianza del colonnello Carlo Calcagni nell’aula magna del plesso cosentino Pezzullo, davanti a studenti attentissimi e partecipi».

Lo afferma, in una nota, la presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, intervenuta all’iniziativa «Mai arrendersi», organizzata dall’istituto scolastico Brutium di Cosenza nell’ambito dell’evento «Pedaliamone a Sud», promosso dall’associazione Mondo Edison.

«Soprattutto oggi, in cui tende a prevalere un pericoloso nichilismo pedagogico e culturale, ai giovani bisogna dare – prosegue Succurro – esempi e modelli positivi, insegnare loro che la vita merita di essere vissuta fino in fondo, nonostante i problemi e le difficoltà. Il futuro delle nuove generazioni si costruisce in primo luogo nelle scuole, abituando i ragazzi a scoprire e attuare le loro potenzialità e la loro forza interiore; anche – precisa Succurro – grazie al racconto di storie di resilienza come quella del colonnello Calcagni, vittima del dovere che salvò tante vite umane e oggi convive, praticando sport e trasmettendo ovunque coraggio e motivazioni, con una grave malattia contratta in servizio».

Alla vita bisogna restare «sempre aggrappati», è il messaggio che Calcagni ha lanciato ai giovani del Brutium, chiedendo a Succurro di poter parlare, in una tre giorni dedicata, in altre 11 scuole superiori del Cosentino. «La presenza del colonnello – conclude la presidente della Provincia di Cosenza – lascia un segno indelebile. Il tempo, ha significato, è la risorsa più preziosa che abbiamo. A volte lasciamo scappare la vita in un attimo o possiamo distruggere quella degli altri. Non ci si deve piangere addosso per ciò che non si ha più, ma, ci ha ripetuto Calcagni, si deve valorizzare ciò che ci resta».


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