Sabato 21 maggio Vittorio Mete presenta a Lamezia Terme “Antipolitica”, il suo ultimo libro, edito dalla casa editrice Il Mulino.
L’evento, promosso dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino, verrà ospitato dall’associazione Chiostro nella sala conferenze del Caffè Letterario in piazzetta San Domenico. Coordinati dalla giornalista Tiziana Bagnato, a dialogare con Vittorio Mete saranno Mario De Grazia, protagonista e osservatore attento della politica locale e nazionale, e il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, che da anni rivendica una personale direzione politica controcorrente.
La selezione dei relatori è stata proposta dallo stesso autore, nella convinzione che il suo libro debba calarsi nella realtà viva, confrontarsi con le istanze dei territori e con le idee che circolano sul senso della politica e sulla funzione dei partiti oggi. Vittorio Mete, originario di Lamezia, è attualmente professore associato di Sociologia Politica all’Università di Firenze, dove insegna “Sociologia della leadership”, “Società e democrazia” e “Reti criminali tra locale e globale”; nel 2009 ha pubblicato un volume sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose, che contiene i risultati di una ricerca sul secondo scioglimento dell’amministrazione locale di Lamezia Terme (Fuori dal Comune. Lo scioglimento delle amministrazioni locali per infiltrazioni mafiose – Bonanno).
“La riflessione sviluppata in questo volume serve a illuminare la situazione paradossale e rischiosa in cui ci troviamo: proprio nel momento in cui ne avremmo più bisogno, per governare fenomeni sociali complessi e di portata globale, l’azione della politica democratica è indebolita dagli attacchi che è costretta a subire dai cittadini, da politici spregiudicati, dai media, dal mercato e dai portatori di saperi esperti. Dal momento che non esiste un vuoto di potere, far arretrare la politica democratica significa lasciare campo libero ad altre forze regolatrici della vita sociale, come la politica autoritaria, il mercato, la tecnocrazia o la teocrazia. Tutto considerato, malgrado le sue evidenti e fisiologiche imperfezioni, conviene allora trattar meglio la politica democratica e tenersela ben stretta”. Saranno questi i temi principali della discussione, che intende aprire e lasciare spazio al dibattito in sala, persuasi che incontrarsi nel rispetto delle reciproche posizioni sia il solo modo di perpetuare una logica democratica che tanto più necessita di conferme quanto più critica si manifesta la condizione nazionale e mondiale intorno a noi.