Lamezia Terme, il 15 dicembre il convegno “Paesaggi da indossare – L’esperienza calabrese con la seta e la ginestra”

Lamezia Terme, il 15 dicembre il convegno “Paesaggi da indossare – L’esperienza calabrese con la seta e la ginestra”

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Lamezia Terme, il 15 dicembre il convegno “Paesaggi da indossare – L’esperienza calabrese con la seta e la ginestra”Agricoltura e moda possono sfilare insieme? Dimostrare che un’altra moda è possibile, creando una filiera del tessile calabrese ecosostenibile, con tessuti naturali e tinture green realizzate con scarti o sottoprodotti agricoli. Questo l’obiettivo dell’incontro “Paesaggi da indossare – L’esperienza calabrese con la seta e la ginestra”, organizzato da Donne in Campo Calabria, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani.
Il convegno si terrà a Lamezia Terme il 15 dicembre 2021 alle ore 10.00, presso l’agriturismo Trigna e sarà possibile anche ammirare l’esposizione di abiti e prodotti realizzati in stoffe bio e colorati con tinte naturali, che danno concretezza al progetto. Donne in Campo-Cia della Calabria prova così a mettere insieme agricoltura, ambiente e abbigliamento. Una sfida che risponde prima di tutto alle richieste dei consumatori: la domanda di capi sostenibili e di qualità.
Ma quali sono i numeri di questa inedita filiera degli agritessuti? Secondo stime Cia, la produzione di lino, canapa e gelso da seta oggi coinvolge circa 2 mila aziende agricole in Italia, per un fatturato di quasi 30 milioni di euro con le attività connesse. “Se la filiera degli agritessuti venisse incoraggiata – osservano le Donne in Campo – questa cifra potrebbe triplicare già nel prossimo triennio. Per esempio, coinvolgendo nell’immediato le 3 mila imprese produttrici di piante officinali (alcune anche tintorie, come lavanda e camomilla), allargandone il settore di mercato”.
“Purtroppo l’industria tessile oggi è la seconda più inquinante al mondo – sottolineano le Donne in Campo di Cia – responsabile del 20% dello spreco globale di acqua e del 10% delle emissioni di anidride carbonica. Una maglietta richiede in media 2.700 litri d’acqua per essere prodotta, un jeans fino a 10 mila litri, utilizzando soprattutto fibre e coloranti di sintesi. Considerato che il consumo mondiale di indumenti è destinato a crescere di oltre il 60% entro il 2030, è evidente quanto siano enormi le potenzialità di una filiera del tessile ecologicamente orientata, fino a rappresentare il 15-20% del fatturato del settore in Italia (4,2 miliardi).
L’agricoltura mostra quindi di essere in prima linea in questo processo di cambiamento, con le donne promotrici di un nuovo modo di vivere la moda nel rispetto del Pianeta. Donne in campo si augura che anche il Piano di sviluppo rurale della Calabria si faccia carico del progetto individuando opportuni percorsi di investimento e di filiera.
Al convegno parteciperanno: Silvia Cappellozza, ricercatrice CREA, On. Gianluca Gallo, assessore agricoltura Regione Calabria, Giacomo Giovinazzo, DG dipartimento agricoltura Regione Calabria, Luigia Iuliano, divulgatrice ARSAC, Lina Pecora, del Consiglio nazionale agronomi e dottori forestali, Pasquale Filippelli, tecnico e formatore e Enzo Bossio, fabbrica tessile; le imprenditrici agricole Miriam Pugliese “Nido di seta”, Rosa Furfari “Museo della seta” di Reggio Calabria. Per Cia-Agricoltori italiani partecipano Nicodemo Podella, presidente CIA Calabria, Antonella Greco, presidente Donne in Campo Calabria, Pina Terenzi, presidente nazionale Donne in Campo. Giuseppina Anna Corrente, ricercatrice del progetto SMAFINEC dell’università della Calabria.
Modererà l’iniziativa Rosaria Talarico, giornalista e imprenditrice agricola. L’esposizione sarà realizzata anche con i capi realizzati dalle eco-stiliste Eleonora Riccio e Flavia Amato.


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