L’incendio che nella giornata del 4 agosto ha interessato i territori di Gizzeria, arrivando vicinissimo al centro abitato e scatenando la paura della popolazione residente, è ora giunto a Lamezia Terme, nelle frazioni montane dell’ex comune di Sambiase.
Le fiamme si propagano verso i territori di Vonio e Acquafredda, dove le lingue di fuoco si sono spinte vicinissime alla chiesa della Madonna del Miracolo. I vigili del fuoco stanno salvaguardando le abitazioni della zona. Il vento che negli ultimi giorni sta interessando la zona del lametino sta alimentando le fiamme, rendendo molto più difficoltoso il lavoro dei funzionari e volontari che tentano di domare l’incendio.
Le dimensioni assunte da questo incendio sono pazzesche, a Gizzeria ancora non è stato domato, ha raggiunto punti della montagna fitti di vegetazione in cui non c’erano mai stati incendi.
Il rogo sta ora dirigendosi verso Monte Sant’Elia, monte che sovrasta le terme di Caronte. I boschi del massiccio di Monte Mancuso, che hanno offerto legname utilizzato nel ‘500 per i ponteggi che hanno consentito la costruzione della basilica di San Pietro a Roma e che ancor prima hanno consentito agli antichi romani di reperire la pece per impermeabilizzare i loro scafi stanno vivendo un altissimo rischio.
L’incuria che nel corso del tempo non ha prevenuto la nascita di situazione del genere e la sconsideratezza e la malvagità di persone senza scrupoli – perché è altamente probabile la natura dolosa di questi incendi – stanno mettendo a repentaglio una risorsa che sin dai tempi più antichi costituisce la vera ricchezza dei popoli calabresi, ovvero la montagna, con i suoi boschi e la sua fauna.
Auguriamoci che la situazione possa essere presto messa sotto controllo e i responsabili puniti severamente.
Giovanni Mazzei