L’invito lanciato sul web dal gruppo Facebook “Class action no fumi tossici” si è tramutato in un vero e proprio sit-in di protesta, partecipato e sentito, fronte al municipio di Lamezia.
Le richieste dei partecipanti sono state scritte su alcuni cartelli esposti vicino i banchetti preposti a raccogliere le firme da presentare al commissario prefettizio Giuseppe Priolo.
Presidio permanente dell’area di Scordovillo, bonifica della stessa e infine cessazione definitiva delle attività di illegalità diffuse nel quartiere di Scordovillo, queste le motivazioni; mentre su altri cartelli campeggiano slogan come “Stop diossina” e “Il diritto alla salute non si tocca”.
“Lamezia s’è desta ed è stanca di subire” questo viene urlato tramite megafono da parte degli organizzatori Fabrizio Basciano e Annalisa Dattilo.
“Abbiamo deciso – continuano gli organizzatori – di protestare attivamente perché la situazione è inaccettabile, raggiungendo la settimana scorsa il massimo della sopportazione. L’intera comunità di Lamezia non può sopportare più il perpetrarsi di queste dinamiche dannose e deleterie. Il commissario Priolo ha accolto le nostre istanze, assicurandoci il massimo impegno per la non semplice risoluzione di questo affannoso problema”.
Il primo passo intrapreso dall’amministrazione lametina è quello di essersi costituiti parte civile nel procedimento che la procura di Lamezia ha istituito sui fumi tossici dal campo Rom, nominando anche un tavolo tecnico per gli accertamenti del caso.
Giovanni Mazzei