Un sabato di luglio con il sole che fa capolino tra le nuvole e una pioggia intermittente, alcuni membri dell’Associazione “Le Città Visibili” e altri graditi ospiti, sono andati alla scoperta dell’antico borgo di Sambiase che si è rivelato sorprendentemente interessante, grazie alle informazioni fornite dalla guida Giovanni Mazzei. Questo borgo, insieme con Nicastro e Sant’Eufemia, fa parte del Comune di Lamezia Terme ed ha una storia fatta di Chiese, Palazzi, “vagli”, vicoli, poeti, politici, pittori e murales.
È un borgo che ha visto, per fede, snodarsi fin nei quartieri più alti “processioni di mestieri”, processioni con persone malate; incontri tra venditori e acquirenti, presso l’antica municipalità, dove si servivano di antiche misure (una bilancia oggi in disuso), per vendere o acquistare i loro prodotti utilizzando la “menzalora” misura grande, il “quarto” misura media e lo “struppiallu” misura piccola. Sono state ammirate chiese piccole ma capaci di accogliere forti preghiere e poi la grande chiesa matrice dedicata a S. Pancrazio, che si erge in quello che fu il cuore economico del vecchio borgo e dove, intorno, erano molto attive varie botteghe artigianali, bettole e tante persone si riunivano a chiacchierare al ritorno dai campi.
Oggi intorno alla chiesa Madre ci sono case e silenzio perché sono cambiati i mestieri e le tendenze. Un ruolo importante per il paese, dal punto di vista religioso, svolge la figura di San Francesco di Paola intorno al quale sono nate oltre alla devozione anche leggende. A San Francesco è stata intitolata la chiesa che prima era dedicata alla Madonna degli Infermi.
Altra curiosità, evidente nei visitatori, è nata avvicinandosi ai palazzi dei signori che hanno dato un volto nuovo a un paese di sole case: palazzo Nicotera, dove è nato Giovanni, politico dal temperamento focoso e conosciuto in tutta Italia. Questo era un vero palazzo nobiliare perché prevedeva la presenza della servitù al piano inferiore e al superiore dei signori. La facciata è arricchita da lesene e fregi e, durante la guerra, è stato utilizzato come caserma e poi come ospedale.
Oggi al palazzo vi si accede attraverso un “vaglio” (e nel paese se ne contano tanti) perché, una volta decaduta la nobiltà era impossibile sostenere le spese per il mantenimento degli stabili, che furono quindi frazionati e venduti.
La sosta più prolungata è stata effettuata davanti alla casa del poeta Franco Costabile, un edificio semplice ma austero. Qui la guida ha incantato i visitatori leggendo egregiamente i versi di due poesie del poeta e poi la guida, poeta egli stesso, ha letto qualcosa di davvero apprezzabile, nata dalla sua penna e dalle sue emozioni.