L’ultimo libro di Gianni Scardamaglia, “Il Mister”, è stato presentato ieri sera al Chiostro di San Domenico a Lamezia. Ex maestro e ex allenatore delle principali squadre lametine e di Tropea, Amantea e Scalea, Scardamaglia ha voluto dedicare il suo libro alla figura dell’allenatore di calcio, che ritiene poco conosciuta e mai valorizzata abbastanza.
La serata è stata seguita da un pubblico numeroso e si è rivelata varia. La presentazione èstata aperta da una telefonata del coordinatore Rinaldo Critelli che ha dialogato con Giovanni Sartori, responsabile dell’area tecnica del Bologna. Sartori ha dichiarato che, secondo lui, il tecnico incide tanto sui risultati di una squadra e che è in grado di costituire l’asse portante del gruppo nella buona e nella cattiva sorte. “E’ indubbiamente una figura fondamentale nella strategiadi una società”. Ha poi citato quali allenatori di grande spessore europeo Arteta dell’Arsenal e l’italiano Farioli dell’Ajax.
Su espressa domanda di Rinaldo Critelli, il direttore dell’area tecnica felsinea ha risposto che: “Appare abbastanza normale che in un calcio ormai globalizzato tutti i campionati, italiani o inglesi o francesi, siano ricchi di calciatori stranieri. Tutto ciò è determinato dal fatto che i costi dei giocatori che arrivano da lontano sono meno esosi di quelli nostrani. A tutti piacerebbe avere più calciatori italiani, sia in ottica del miglioramento della nazionale azzurra, che per dare un maggiore senso d’identità ed appartenenza alla propria squadra”. Scardamaglia, poi, parlando su un power point che faceva scorrere foto di varie epoche, ha cercato di illustrare il contenuto del libro, partendo dai primi anni giocati con la Berretti della Vigor e proseguendo con la lunga esperienza da allenatore.
L’autore ha poi citato l’esperienza diCoverciano quando era insieme ad Antonio Conte, Sebastiano Nela e Filippo Galli, dove, oltre che diventare allenatore professionista riuscì a conoscere più da vicino il calcio di un certo livello. Il maestro ha poi affrontato quesiti interessanti quali ad esempio, quanto incide il mister sui risultati della squadra o se è più bravo l’allenatore che vince o quello che fa giocare bene le sue squadre. Ha concluso che non è facile rispondere a queste domande ma, dati alla mano, ha chiarito che, senza una società alle spalle ben organizzata e dotata di una certa capacità economica, e in assenza di giocatori di alto livello, anche il miglior tecnico può incidere veramente poco. Scardamaglia si è poi soffermato anche sull’importanza che riveste la scelta oculata dell’allenatore dei settori giovanili. Dopo questo passaggio, è stato proiettato un videomessaggio inviato dal Professor Maurizio Grandinetti, ex calciatore delle giovanili del Comprensorio VigorLamezia. Grandinetti ha parlato delle qualità che devono possedere i tecnici dei giovani che sono chiamati a svolgere, insieme al ruolo di campo propriamente detto, anche quello più importante di educatori e formatori. Nel dibattito finale, sono intervenuti Rosario Salerno, mister della Vigor Lamezia fresco di promozione in Serie D e il duo Ferraro-Umbaca che ha spopolato nell’ultimo campionato giocato nelle fila del Sambiase. Il primo ha ricordato con nostalgia gli anni in comune con Scardamagliaall’Adelaide, e i due attaccanti-bomber giallorossi, le prime esperienze negli allievi della Vigor, sempre insieme al mister-scrittore. Poi Critelli e Scardamaglia hanno concluso, salutando eringraziando tutti gli intervenuti.