Il 1° ottobre 2024 ha preso avvio la settima edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che coinvolgerà 2.530 Comuni e circa 1 milione di famiglie.
Il Censimento permanente della popolazione si basa sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente. Grazie all’integrazione dei dati raccolti attraverso due diverse rilevazioni campionarie – denominate “Areale” e “da Lista” – con le informazioni provenienti dai registri e le fonti amministrative, il Censimento è in grado di restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione che dimora abitualmente in Italia non solo a livello nazionale, regionale e comunale ma anche a livello territoriale più fine (quartieri, località abitate e sezioni di Censimento).
In Calabria è coinvolto nella Rilevazione areale il solo Comune di Reggio Calabria. I Comuni che partecipano alla Rilevazione da Lista, invece, sono 113, per un totale di circa 41 mila famiglie campione. La provincia con il maggior numero di Comuni coinvolti è quella di Cosenza (43 Comuni e 10.590 famiglie); seguono quelle di Reggio Calabria (28 Comuni e 9.629 famiglie), di Catanzaro (20 Comuni e 8.123 famiglie), di Vibo Valentia (13 Comuni e 6.146 famiglie) e di Crotone (9 Comuni e 6.410 famiglie).
Per la rilevazione da Lista le famiglie campione riceveranno direttamente a casa una lettera dell’Istat con le credenziali per poter compilare in autonomia il questionario online, o a richiesta, con il supporto di un operatore comunale recandosi presso il Centro Comunale di Rilevazione istituito presso il Comune. A partire dal 12 novembre i rilevatori contatteranno le famiglie che non hanno ancora risposto al questionario online per compilarlo a domicilio o presso il Comune.
Partecipare al Censimento è un obbligo di legge. È importante rispondere all’intervista perché il Censimento ci consente di ottenere informazioni di qualità utili a descrivere il nostro territorio. Infatti, sebbene sia a tutti gli effetti una rilevazione campionaria, fornisce informazioni su tutta la popolazione di riferimento, che l’Istat diffonde a livello comunale ogni anno.
Attraverso questo impianto censuario, l’Istituto nazionale di statistica fornisce entro dicembre di ogni anno i dati della popolazione per sesso, età, cittadinanza, grado di istruzione e occupazione, a livello regionale, provinciale e comunale, riferiti all’anno precedente, accompagnati dalla relativa metodologia di calcolo. I dati pubblicati sul sito internet istituzionale dell’Istat sono presi a riferimento ai fini dell’applicazione delle disposizioni di legge che rinviano all’ammontare della popolazione, determinando un impatto rilevante nella vita dei Comuni (i sistemi elettorali, il numero di consiglieri, le concessioni di licenze, i trasferimenti economici per i servizi di pubblica utilità, ecc.).
Inoltre, con il D.L. 29 gennaio 2024, n. 7 convertito con modificazioni dalla L. 25 marzo 2024, n. 38 (G.U. 28/03/2024, n. 74), viene reintrodotta la possibilità da parte dell’Istat di restituire agli Uffici di anagrafe dei Comuni i dati in forma individuale in modo che questi possano procedere all’aggiornamento e alla revisione delle anagrafi comunali di loro competenza, secondo quanto previsto dall’art. 46 del D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223.
I risultati di ciascuna annualità del Censimento permanente della popolazione vengono dunque diffusi alla fine di ogni anno sul sito istituzionale dell’Istat e sono solitamente accompagnati da un comunicato stampa che descrive in maniera sintetica gli aspetti più salienti. In tale contesto, vengono valorizzate anche alcune analisi specifiche che riguardano alcuni aggregati di popolazione di particolare interesse.
Con riferimento ai risultati del Censimento permanente della popolazione 2022, la popolazione residente in Calabria a fine anno ammonta a 1.846.610 residenti, in calo rispetto al 2021 di 8.844 unità (pari al -0,5%, contro il -0,1% della media nazionale). Oltre il 60% della popolazione risiede nelle due province di Cosenza (36,4%) e di Reggio Calabria (28,1%), le sole a superare il mezzo milione di abitanti. Segue la provincia di Catanzaro, che con circa 350 mila abitanti raccoglie il 18,5% dei residenti della regione. Le altre due province, Crotone e Vibo Valentia, ospitano il 17% dei residenti. In tutte le province calabresi si assiste ad un calo demografico, con le maggiori diminuzioni, in termini relativi, a Reggio Calabria (-0,7%) e Vibo Valentia (-0,6%).
Nel 2022 la popolazione calabrese presenta una struttura per età sensibilmente meno anziana rispetto al totale del Paese. L’età media è in leggera crescita (45,7 anni) rispetto al 2021 (45,5) ma si mantiene al di sotto dei 46,4 anni della media nazionale. Aumentano l’indice di vecchiaia, che passa da 178,6 del 2021 a 183,7 del 2022, e l’indice di dipendenza degli anziani, che si attesta a 37,1 contro 36,3 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 130,2 del 2021 a 131,5. A livello provinciale, Crotone presenta la struttura demografica più giovane; all’opposto, il processo di invecchiamento è più evidente nelle province di Cosenza e Catanzaro.
I risultati dell’edizione 2023 del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni saranno diffusi a dicembre 2024. Oltre all’ammontare di popolazione e alle variabili socio-economiche, anche quest’anno sarà proposto un tema di approfondimento. Si vuole fornire un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo sugli individui che mostrano “segnali di presenza” sul territorio nazionale piuttosto duraturi (dai 4 ai 6 anni circa), tali da essere inclusi nel conteggio della popolazione censita, pur non risultando ancora iscritti in anagrafe.
Questo aggregato di popolazione è di notevole interesse anche per i Comuni perché, almeno per quelli di maggiore dimensione demografica, coinvolge individui che, ai fini della revisione anagrafica, possono mettere in difficoltà gli Uffici di anagrafe nelle attività di verifica. Infatti, si tratta di individui che non sono facilmente reperibili sul territorio agli indirizzi che figurano negli archivi attraverso cui sono solitamente rilevati, perché svolgono attività di lavoro molto settoriali (colf, badanti, braccianti agricoli, ecc.), oppure perché spesso dimorano abitualmente presso il datore di lavoro e non hanno l’interesse o la “convenienza” di essere iscritti in anagrafe.