Una serata all’insegna della riflessione e dell’impegno civile, partendo dalla testimonianza di una donna “sopravvisuta per avvertire gli altri, prima che sia troppo tardi”. Venerdì 20 settembre, a partire dalle 19, fortemente voluto dal progetto di rigenerazione di piazza Mazzini Pan&Quotidiano, sarà presentato il libro della giornalista Emilia Condarelli “Io non muoio. Bruciata viva. Sopravvissuta. Una storia di violenza e di speranza”, edito da Laruffa Editore, con la partecipazione e la testimonianza della protagonista del libro, Maria Antonietta Rositani, vittima di continua violenza da parte dell’ex marito, culminato con l’agguatodel 12 marzo 2019 che ha visto l’uomo dare fuoco alla sua vittima in mezzo alla strada. La forza e la volontà di vivere hanno fatto sì che Maria Antonietta riuscisse miracolosamente a non soccombere. La gioia per una nuova vita è più forte dei segni che rimarranno sul corpo. Il messaggio è di speranza e di sostegno a chi subisce violenza, di qualsiasi tipo. Un libro per sensibilizzazione, ed esortare a non sottovalutare i segnali della violenza. Oltre alla giornalista Emilia Condarelli e a Maria Antonietta Rositani, testimonial del progetto #STOPVIOLENZA dell’associazione Cult 3.0., interverranno l’editore Roberto Laruffa e la blogger Ippolita Luzzo.
Subito dopo, sarà inaugurata la panchina rossa contro la violenza sulle donne in piazza Mazzini, a cura dell’associazione “Per te” diretta dalla presidente Katia Nero, cooperativa “Malgrado Tutto” e Pan&Quotidiano. Interverranno il sindaco Paolo Mascaro, la presidente Katia Nero e il presidente della Camera Penale di Lamezia Terme Renzo Andricciola.
“Questa iniziativa – dichiara Stefano Pujia promotore del progetto – si inserisce in un percorso, avviato ormai da febbraio, che vuole mettere Piazza Mazzini di nuovo al centro della vita culturale e aggregativa per la città. La testimonianza di personalità come la giornalista Emilia Condarelli e Maria Antonietta Rositani, che hanno portato in tutta Italia un messaggio di riscatto e speranza che viene fuori dalla tragedia personale di Maria Antonietta, e l’installazione di un simbolo permanente come la panchina rossa rafforzano quel messaggio che stiamo portando avanti insieme a tante realtà che si sono avvicinate a Piazza Mazzini in questi mesi: nessun destino è segnato, dall’abbandono è possibile far germogliare semi di cambiamento e di rigenerazione”