“Sulla questione mare o mare verde che in questi giorni sta tenendo banco nelle cronache locali, visti i numerosi interventi a tal proposito, desidero esprimere anch’io la mia riflessione, non fosse altro perché dai tempi del mio attivismo politico, spesso e volentieri mi sono occupato della suddetta tematica.
Sorvolando sulla ridda di ipotesi spacciate alcune per verità assolute, riguardo alla colorazione verdastra del nostro litorale, tutte tesi afferenti alle questioni prettamente tecniche-ambientali, vorrei accentrare la questione sul piano squisitamente politico, ossia sul sistema di gestione di depurazione delle acque.
Anni fa in un convegno organizzato da operatori turistici insieme ad alcuni sindaci del litorale lametino, chiesi proprio agli amministratori presenti se non fosse stato il caso di affidare la depurazione delle acque proprio agli stessi comuni , enti direttamente interessati al controllo e alla gestione di tutto un sistema depurativo. Mi fu risposto dall’allora sindaco di Nocera Terinese, avvocato Fernanda Gigliotti, che sarebbe certamente buona cosa ma che però i comuni non disponevano delle risorse necessarie per sobbarcarsi una totale gestione del sistema di depurazione del mare. Il punto focale, il nodo gordiano rispetto a tutto ciò che ruota su tali vicende che spesso raggiungono, come questa del mare verde, paradossi e barzellette assurde, è proprio questo, la gestione della depurazione.
L’errore marchiano ed il cosi detto peccato originale, sta proprio nell’affidare ai privati la depurazione del nostro mare con un controllo pubblico da parte dell’ente preposto, Arpacal, che è tutto un dire, dal momento che la stessa agenzia regionale è sottoposta a nomine da parte della politica. La domanda a questo punto una persona attenta ed intelligente se la dovrebbe porre, ossia se Arpacal controlla il sistema di depurazione affidato ai privati, chi dovrebbe controllare l’operato di Arpacal? Non certo il governo centrale ed il ministero dell’ambiente, visto che perentori da anni, sono gli scarni comunicati che la stessa Arpacal diffonde per giustificare le condizioni del nostro mare e nessun altro al di sopra ha mai proferito parola alcuna anche quando le stesse giustificazioni in merito alla sporcizia del mare, erano davvero risibili, roba i che anche chi non è esperto ambientale, avrebbe potuto smentire. In questi giorni abbiamo letto tutto ed il contrario di tutto.
Fenomeni naturali legate alle alghe, talmente naturali che hanno portato ad un olezzo insopportabile per i bagnanti e ad una moria di pesci. In tutta questa bailamme , il governatore Occhiuto tace. In virtù di tutto ciò e cercando di affrontare la questione dai piani alti e da dove il disagio effettivamente parte e che in pochi nè parlano e discutono, chiedo una seduta del consiglio regionale aperta a tutti i sindaci calabresi interessati, per discutere e programmare una legge ad hoc che preveda la municipalizzazione del sistema di depurazione in Calabria. Nessuno deve permettersi di scherzare e lucrare sulla nostra salute, abbiamo il sacrosanto diritto di avere un mare pulito”.
Così in una nota Igor Colombo, scrittore