Lamezia, all’Istituto “Einaudi” presentato il libro “Quando la 'ndrangheta sconfisse lo Stato”

Lamezia, all’Istituto “Einaudi” presentato il libro “Quando la ‘ndrangheta sconfisse lo Stato”

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Lamezia Terme – Un incontro emozionante e intriso di spunti oltremodo significativi quello che si è svolto presso l’Auditorium dell’Istituto Einaudi di Lamezia Terme, guidato dalla dirigente Rossana Costantino nell’ambito di un interessante percorso legato all’educazione e alla promozione della lettura, per approfondire temi di attualità e non solo.


Ospiti dell’iniziativa, curata dalle insegnanti Rossella Amendola e Costanza De Fazio, il giornalista e scrittore Antonio Cannone insieme a Walter Aversa che hanno dialogato con gli alunni sui contenuti del libro “Quando la ‘ndrangheta sconfisse lo Stato”, approfondendo i risvolti della drammatica uccisione del poliziotto Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano uccisi dalla mafia a Lamezia Terme il 4 gennaio 1992. Un confronto che ha visto protagonisti gli alunni, molti attenti verso una vicenda cha ha segnato indelebilmente la città di Lamezia. Ragazzi e ragazze che hanno posto ai due ospiti numerose domande. Dal dibattito, sono emerse le ombre e i dubbi che ruotano intorno alla vicenda. Si è parlato della falsa testimonianza di Rosetta Cerminara, che aveva accusato due persone poi rivelatisi innocenti; dei tanti processi che hanno caratterizzato il caso Aversa. Della condanna del Pm dell’epoca, dei due pentiti della Sacra corona unita che si autoaccusarono del duplice omicidio, della strage dei netturbini, Francesco Cristiano e Pasquale Tramonte e delle indagini di Salvatore Aversa per scoprire esecutori e mandanti della morte dei due poveri operai. Del connubio tra politica e ‘ndrangheta che all’epoca determinò lo scioglimento del primo Consiglio comunale di Lamezia per infiltrazioni mafiose. Aspetti e circostanze inedite raccontate nel libro di Cannone, che pone numerosi interrogativi su un caso preso ad esempio come indagine sbagliata tanto e da indurre il Csm ad utilizzare proprio quella esperienza facendola studiare come “esempio da non seguire” in un corso riservato agli uditori giudiziari”. Un’indagine sbagliata frutto di “negligenze e omissioni”. Una giornata che ha messo al centro il ruolo educativo che svolge la scuola per formare una sana coscienza critica.


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