Andrà in scena il 28 e 29 novembre al Teatro Rendano di Cosenza e nei giorni 1 e 2 dicembre al Teatro Cilea di Reggio, in prima assoluta in Calabria, “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza”, una nuova pièce teatrale scritta da Andrea Ortis, regista e interprete che ha firmato altre grandi opere come La Divina Commedia e Van Gogh Cafè. Oltre ai serali delle ore 21, sono programmati matinée scolastici alle ore 10.
Ruggero Pegna, direttore artistico di Art-Music&Coche organizza le tappe calabresi, non ha dubbi: “E’ uno spettacolo unico, magnetico, originale, sconvolgente, commovente, Vi invito a vederlo, ad esserci, a lasciarvi emozionare e travolgere da un’opera geniale. A docenti e dirigenti rivolgo l’invito a non farlo perdere ai ragazzi delle proprie scuole, perché certi eventi regalano emozioni e suggestioni indimenticabili, oltre a sensibilizzare su temi scottanti come quello dell’ambiente, toccato in questa storia incredibile, raccontata da Andrea Ortis insieme a grandi attori e performers, musiche intramontabili, video 3D, effetti speciali!”.
Lo spettacolo si snoda su due binari narrativi paralleli, che talvolta si sovrappongono pur mantenendo connotati identitari riconoscibili: da una parte si assiste ad un dettagliato racconto dello scenario storico dagli anni ‘20 ai ‘60 del Novecento italiano, attraverso un viaggio nelle tradizioni secolari delle comunità montane e lungo il tracciato delle radici dialettali e popolari del nostro Paese; dall’altra, si ripercorrono minuziosamente gli eventi e le dinamiche umane che, nella loro concatenazione minata da superficialità e negligenze, culminarono nel disastro. Il Vajont di tutti, riflessi di speranza è l’Italia che vuole rialzarsi dopo lo sfacelo delle guerre mondiali; l’Italia che inventa, scopre e sperimenta; il paese delle grandi opere civili che, in meno di vent’anni, ricostruisce sé stesso e parte del proprio futuro. Lo spettacolo presenta la reale ricostruzione delle fasi processuali relative alla tragedia che colpì il territorio al confine tra la provincia di Belluno e quella, al tempo, di Udine (oggi di Pordenone), conosciuta come “il disastro del Vajont”. Era la sera del 9 ottobre 1963 quando la frana che precipitò dal pendio del Monte Toc causò la tracimazione del bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont. L’acqua dell’invaso si tramutò in un’onda gigantesca che aggredì i paesi di Erto e Casso, vicini alla riva del lago e poi, scavalcando lo sbarramento cementizio della diga, si abbatté su alcuni abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, provocando oltre 2000 morti.
Questa produzione coraggiosa e originale rende presente un accadimento che, pur di un recente passato, dichiara tutta la sua drammatica attualità nel profondo e complesso rapporto tra uomo e natura, nella crescente richiesta di energia e il conseguente bilanciamento con la tutela dell’ambiente. Così questa storia, nel suo incedere, si amplifica in una dimensione generale, diventando il racconto di Sarno, della Val di Stava, fino alle tristi vicende di San Giuliano di Puglia, Amatrice, Rigopiano e Genova, il cui comune denominatore si rinviene nell’uomo e nella sua avidità, nella sua scientifica aggressione delle risorse naturali, attraverso il disboscamento, la cementificazione selvaggia e l’edificazione abusiva, turbando, con la sua delittuosa ingordigia, gli equilibri millenari di ogni forma di vita, finanche la propria.
Lo spettacolo, prodotto dalla Mic International Company srl, coprodotto da Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, è uno dei più belli ed avvincenti mai portati in scena, destinato a diventare un cult del genere.
Il Vajont di tutti, riflessi di speranza si svolge attraverso il racconto del narratore (Andrea Ortis) che, con il supporto di proiezioni documentali, filmati, immagini storiche e musiche, presenta la vicenda del Vajont e guida il pubblico in un percorso a ritroso nel tempo. Prestigiosi cast e firme: oltre ad Ortis, in scena Michele Renzullo, Selene Demaria, i performer Elisa Dal Corso, Mariacarmen Iafigliola, Jacopo Siccardi; scene di Gabriele Moreschi, luci di Virginio Levrio, video di Mariano Soria, suono di Francesco Iannotta, arrangiamenti musicali di Francesco Cipullo, produzione esecutiva di Lara Carissimi. Le tappe calabresi sono curate da ArtMusic&co di Giusy Leone. Andrea Ortispresenta così la sua Opera: “Ognuno ha il suo dolore, la storia del nostro Paese è piena di vicende non risolte, nascoste, occultate; storie senza pace e senza giustizia, in cui a rimetterci sono gli ultimi, la gente comune e a soccombere è l’uomo con tutta la sua umanità. A volte è proprio questo dolore che crea partecipazione e, quasi inspiegabilmente, unisce tutti in una comunità allargata, solidale, stimolata da fatti che, più di altri, ci colpiscono e ci chiamano in causa. Ognuno ha il suo dolore, ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti; il Vajont, nella storia delle mie origini friulane, è il mio!”. I biglietti per assistere ai serali sono disponibili su ticketone.it e nei punti Ticketone. Per le scuole le prenotazioni sono possibili allo 0968441888 o alle mail info@ruggeropegna.it e asscult.artmusic@gmail.com. “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza” segue il format di spettacoli dedicati a scopi sociali e all’ambiente ed ha anche il Patrocinio della Fondazione “Vajont 9 ottobre 1963”.