Domenica scorsa, 27 agosto 2023, all’interno del suggestivo scenario dei Giardini di Palazzo del Trono, sede del Museo dei Brettii e del Mare, a Cetraro, è andata in scena la serata di solidarietà dedicata ai “Diritti Umani” e raccolta fondi a favore di Amnesty International Italia organizzata dal Comune di Cetraro insieme al Cinecircolo Maurizio Grande e Mediterraneo Festival Corto.
Moderato da Loredana Tripicchio, hanno preso parte al dibattito Anna Elena Viggiano del Coordinamento Donne di Amnesty International Italia; l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cetrato, Barbara Falbo che ha portato anche i saluti del Sindaco della città, Ermanno Cennamo; il Direttore Artistico del Mediterraneo Festival Corto, Francesco Presta. Il dibattito è stato aperto da un video di Roberto Saviano per Fanpage in cui il giornalista racconta la mission di Amnesty International fin dalla sua fondazione e concluso dal videomessaggio di Roberto Noury, portavoce di Amnesty International Italia. A inizio e fine serata anche momenti dedicati alla poesia con l’interpretazione dell’attrice e scrittrice Marina De Pasquale.
Prima dell’inizio del dibattito anche un ricordo del giornalista Antonello Troya che ha sempre fatto dei diritti e della libertà di parola il fulcro del suo agire.
Ad inaugurare il dibattito, dando spunti di riflessione, la proiezione del cortometraggio “Split Ends”, diretto dall’iraniano Alireza Kazemipour, vincitore della Sezione “Diritti Umani – Amnesty International Italia” allo scorsa edizione del Mediterraneo Festival Corto.
“Il cinema è fondamentale per veicolare messaggi di libertà” ha ribadito Anna Elena Viggiano del Coordinamento Donne di Amnesty International Italia, ricordando che il Mediterraneo Festival Corto è il secondo Festival di corti cinematografici patrocinato dall’organizzazione insieme al Corto Dorico Film Festival. “Ci sono luoghi nel mondo in cui le persone sono costantemente private delle libertà fondamentali, arrestate e incarcerate a seguito di giudizi sommari. I volontari di Amnesty International non fanno altro che tenere accesi i riflettori: come la candela simbolo dell’organizzazione, aspettiamo che possano essere liberate dal filo spinato che le incatena”. Viggiano ha ricordato come tali riflettori hanno fatto sì che venisse scarcerato lo studente egiziano Patrick Zaki e come siano impegnati nella ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni. “I diritti delle donne sono particolarmente violati, in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione: come Coordinamento Donne siamo impegnate con la campagna “Il sesso senza consenso è stupro” per chiedere la revisione dell’articolo 609-bis del codice penale, revisione che diventa ancora più urgente con i quotidiani fatti di cronaca”.
“Il cortometraggio, così come le parole di Roberto Saviano, ci fanno riflettere profondamente su quanto accade ai confini del nostro Paese con la situazione dei migranti, ma anche su quanto accade in Italia, dove non c’è poi questa grande libertà. Le donne, ad esempio, lavorano molto più degli uomini per far valere le proprie idee e solo con tenacia, volontà e passione riusciamo a fare la differenza” così l’assessore alle politiche sociali del Comune di Cetraro, Barbara Falbo.
“Il Mediterraneo Festival Corto è nato tredici anni fa, è cresciuto di anno in anno e ha sempre accolto cortometraggi che propongono tematiche di forte impatto sociale. Sono corti che spesso utilizziamo all’interno delle scuole, per stimolare dibattiti che possano essere educativi e propositivi. Spesso, però, incontriamo difficoltà nel proiettare film che propongono tematiche forti e questo dimostra quanto ancora ci sia uno stigma su determinati temi” questa la riflessione del Direttore Artistico del Mediterraneo Festival Corto, Francesco Presta.
Marina De Pasquale, attrice e scrittrice, ha interpretato la poesia “In questi vicolo cieco” del poeta iraniano Ahmad Shamlu, ribadendo quanto la poesia sia elemento fondante della civiltà persiana: non c’è verso di poeta che non parli di libertà. A chiusura di serata, una seconda poesia che ha fatto riflettere sul “pensarsi libera” quando la vita intorno chiude in una gabbia metaforica più che fisica.