“All’interno di un bosco di piante di ogni specie come querce, ulivi, ma anche agrumi e fichi, intervallato da rocce ricoperte di muschi, capelvenere e altre felci rigogliose, si dipana un sentiero stretto e angusto con, di tanto in tanto, gradini costruiti alla meglio.
Una natura disordinata, con alberi caduti, rami spezzati che limitano il passaggio, stimola la curiosità e un sentimento di avventura mentre si costeggia il Sangineto. Un corso d’acqua che nel suo percorso attraversa zone piane e zone rocciose, creando piccole cascatelle che preparano ad una visione più sorprendente: La Cascata dei Sogni di Sangineto.
In un antro buio, illuminato solo da un’apertura in alto che filtra qualche raggio di sole, tra un mucchio di rocce, si sprigiona, con un guizzo, una cascata di acqua che dà una sensazione di freschezza e vitalità prorompente.
Un meraviglioso spettacolo naturale del quale avere cura e rispetto, avendo a cuore che il luogo non entri, come spesso accade, in un circuito di consumismo sfrenato.
A questo tendono i volontari della proloco di Sangineto, del CAI (club alpino italiano) sez. di Verbicaro e i collaboratori che si sono adoperati per l’accoglienza del nostro gruppo e ci hanno guidato con competenza e tanta amorevolezza.
Seduti su una scala stretta tra le case di Sangineto e all’ombra, ristoriamo il corpo e inaspettatamente anche la mente ascoltando le parole del professore Chimirri. Attraverso un oculare particolare in cui la storia si lega con l’antropologia, il prof. ci apre ad una visione diversa del viaggiare nei borghi. Non solo le chiese e i monumenti importanti, magari costruiti da maestranze provenienti da altre regioni, sono da visitare ma ciò che ci sta attorno. Non solo capitelli… ma l’architettura popolare, le case, gli spazi comuni, i vagli come luoghi di relazione ed espressione della vita della gente nei paesi di Calabria.
In perfetta continuità con quanto ascoltato, la proloco di Sangineto ci accoglie per il pranzo in un cortile al quale si accede attraverso dei sottarchi, delimitato lateralmente dalle tipiche case basse di un tempo, che ricorda i nostri vagli. Accoglienza impagabile sia per il luogo che per il cibo, preparato con cura dalle signore di Sangineto.
L’azzurro del mare è il colore dominante del Museo dei Brettii e del mare di Cetraro, lo si ritrova anche nei reperti archeologici esposti nelle vetrine. Il museo insieme alla biblioteca è ospitato nelle sale sobrie ed eleganti di un palazzo signorile: il Palazzo del Trono nella piazza principale di Cetraro. Anfore avvolte da reti da pesca, ritrovate nei fondali del mare vicino, per il trasporto di grano, olio, vino,
creano un’atmosfera unica che riporta alle rotte commerciali di antiche imbarcazioni e alle tecniche di pesca e navigazione del passato. Nella sezione storica un numero importante di carte geografiche testimonia come si è trasformato il territorio italiano ed in particolare quello calabrese. Tra queste una famosa carta sismica.
E poi le chiese, le viuzze… e la darsena di Cetraro nella luce del tramonto, sempre guidati dalla nostra appassionata guida”.
Così in una nota dell’Associazione “Le Città Visibili”.