“È ancora buio quando partiamo da Lamezia Terme per l’estremo Sud dello stivale ma la levataccia ci ricompenserà con un susseguirsi di suggestioni, colori, sapori e momenti indimenticabili”. Inizia così il racconto dell’associazione lametina della partecipazione alla tradizionale Festa delle Pupazze.
“Bova – prosegue il racconto – (dal greco Vùa), meritatamente considerata uno tra i borghi più belli d’Italia e tappa del Cammino Basiliano (Tappa n.65) e del Sentiero dell’Inglese, ha una storia antichissima in cui si intrecciano mito e leggenda. La data della Domenica delle Palme per visitare questo incantevole paese non è casuale: la processione che si tiene quel giorno perpetua un rito arcaico che ha origini nel mondo remoto della mitologia greca e dei misteri eleusini (riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi) e può considerarsi tra i più importanti processi di “contaminazione” del passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Giungiamo a Bova superiore sui pullmini delle Cooperative San Leo e Naturaliter Trekking e durante la salita Nino, Leo, Antonio e Angelo che ci accompagnano ci forniscono con entusiasmo ulteriori notizie e curiosità sul posto. Arrivati in piazza, iniziamo a veder spuntare piano piano una serie di particolarissimi simboli, le Pupazze, figure femminili, di varie dimensioni, realizzate dalle famiglie bovesi con foglie di ulivo, intrecciate da abili mani su steli di canna (steddhi) e adornate con fiori, frutti, primizie e musulupe (formaggio fresco posto in un tipico stampo di legno, intagliato a mano dai pastori, che conferisce le forme tipiche).
La festa è molto sentita dai bovesi; tutti insieme, infatti, con largo anticipo, si riuniscono e cominciano a dare forme alle pupazze in un laborioso procedimento di composizione. I bambini portano una semplice sfera di rami d’ulivo che richiede, però, una maestria compositiva non indifferente. La creatività e l’originalità degli ornamenti attrae i numerosi turisti e fedeli che accorrono in quest’occasione; davanti a noi sfilano pupazze con nastri rossi, gialli, arancioni, violacei che richiamano i prati primaverili intorno. Frutti di varie fogge e materiali, oggetti quotidiani e leccornie completano i decori di questi “stendardi naturali” portati in processione con orgoglio e immortalati da centinaia di macchine fotografiche, cellulari, videocamere.
Mentre ammiriamo lo spettacolo cromatico che ci circonda, ci si raduna per la benedizione delle palme. Infine, in processione, ci avviamo verso la Concattedrale S. Maria dell’Isodìa per la celebrazione liturgica officiata da Don Leo che, con la sua trascinante e sferzante omelia, conclude la prima parte della mattinata. La chiesa è affollatissima: oltre ai bovesi sono giunti numerosi gruppi di persone da centri vicini e da altri paesi della regione, e non solo. Intanto, le pupazze lasciano la Concattedrale e sono condotte sulla piazza del Municipio, dove vengono smembrate delle loro componenti (detti steddhi) che saranno distribuite ai presenti, insieme a ngute (dolci pasquali) e musulupe. L’ospite nell’area grecanica è sacro e l’accoglienza è calorosa, spontanea e affettuosa. Le gioie del palato ci attendono al Ristorante Grecanico Cooperativa San Leo, trionfo della cucina locale: un lauto antipasto, seguito da maccarruni con sugo di pecora, pecora al sugo con vari contorni, lestopitta (dischetti fritti di acqua e farina che solitamente si farciscono con verdure o salumi) che ci conquista tutti.
Come tutti gli ospiti che si rispettano qui non può mancare la musica e, tra tamburelli e organetto viene coinvolto il gruppo in scatenate tarantelle. Tra i ballerini provetti spicca l’architetto e amico Peppe Battaglia che non finisce di stupirci: reduce da Linea Verde Sentieri su RAI 1 dedicato all’Aspromonte e al Sentiero dell’inglese, guida naturalistica erudita ed entusiasta, saltella con agilità e destrezza destando la nostra ammirazione. Un’ultima golosissima sorpresa dà il colpo di grazia alla nostra linea; si incontrano sulla tavola di fine pasto i due agrumi più famosi e particolari della nostra Calabria: il cedro candito della colomba pasquale della nota pasticceria di S. Maria del Cedro della Pasticceria Artigianale Pignataro Riviera dei Cedri e gli squisitissimi dolci al bergamotto della pasticceria Blu River che la nostra presidente di Città Visibili è riuscita a coniugare con uno dei suoi coup de théâtre. La pioggia serale accompagna per qualche chilometro il nostro rientro da una giornata indimenticabile che ci ha portati indietro nel tempo, alle feste che celebravano l’inizio della Primavera e della Rinascita. Buona Pasqua a tutti da Le Città Visibili!”