Il libro della scrittrice calabrese Francesca Veltri “Malapace” candidato al Premio Strega

Il libro della scrittrice calabrese Francesca Veltri “Malapace” candidato al Premio Strega

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Il romanzo “Malapace” di Francesca Veltri, della Miraggi Edizioni, candidata al Premio Strega edizione 2023. Già solo la candidatura è un gran risultato per la scrittrice calabrese.
Il romanzo è stato presentato da Laura Massacra ma è doveroso mettere in evidenza il ruolo di “passeur” avuto dalla blogger lametina Ippolita Luzzo. Sempre attenta alle realtà editoriali di nicchia, non si è fatta sfuggire l’opera della Veltri (che già seguiva da parecchi anni), intuendo fin da subito che poteva ambire alla candidatura al Premio Strega. E sulla pagina ufficiale Facebook della Miraggi Edizioni, in un post si legge: “Siamo felicissimi che Laura Massacra si sia innamorata di noi (e noi di lei). Ufficialmente viene segnalato come opera meritoria Malapace di Francesca Veltri al Premio Strega. Un grazie speciale a Ippolita Luzzo e al Regno della Litweb per il consueto e non scontato appoggio”.
Il riconoscimento a Ippolita Luzzo arriva anche dalla stessa autrice Francesca Veltri che sul suo profilo Facebook scrive “Ippolita Luzzo è stata l’artefice dell’opportunità di farle leggere (a Laura Massacra nda) il romanzo e senza cui la candidatura allo Strega non sarebbe stato possibile”.

La Miraggi Edizioni nasce nel 2010 e si contraddistingue tanto “per lo stile, curato e riconoscibilissimo fin dalle copertine, che per la scelta di pubblicare libri perseguendo anche le strade meno battute”.

Il libro della scrittrice calabrese Francesca Veltri “Malapace” candidato al Premio StregaFrancesca Veltri attualmente è docente presso l’Università della Calabria. Parte della sua formazione si è svolta in Francia, presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales e l’École Normale Supérieure di Parigi. Ha pubblicato tre volumi di saggistica con Rubbettino: La città perduta (2002) premio internazionale Annie de Jaeger; La rete in movimento (2005) e Quale ordine sociale (2012). Nel 2017, insieme a Paolo Ceri, ha pubblicato Il movimento nella rete (Rosenberg & Sellier). Finalista al premio Calvino nel 2002, nel 2015 arriva al secondo posto nel concorso letterario nazionale La Giara Rai (Giara d’argento). Nel 2019 esce per Divergenze il suo primo romanzo, Edipo a Berlino.

Di seguito la presentazione di Laura Massacra che è valsa la candidatura.
“Chi è davvero François, protagonista del romanzo di formazione Malapace? Un eroe guidato da una fiducia cieca in un ideale, quello del pacifismo a oltranza, che nel tempo gli si ritorcerà contro come una tortura? Oppure un antieroe, un ignavo, un uomo senza qualità, un trasformista della prima ora che nasconde le sue debolezze in un credo morale astratto, per non affrontare di petto la vita?
Il romanzo di Francesca Veltri è un’opera sorprendente che ci conduce per mano nell’inferno delle scelte e delle decisioni, all’interno del campo di prigionia nell’autunno del ’44, dove il protagonista è detenuto con l’accusa di avere collaborato coi tedeschi, con il regime fascista di Vichy, benché sia stato precedentemente iscritto al partito comunista.
Nel campo di prigionia, François, tormentato dai ricordi e dai sensi di colpa, ripercorrerà a ritroso le tappe della propria esistenza, puntellata dalla volontà di perseguire, con le proprie azioni, i suoi ideali pacifisti, all’altare dei quali sacrificherà tuttavia amici e amori, finendo poi con lo sgretolare la sua stessa identità.
Sulla scorta di una robusta conoscenza del periodo storico nel quale è ambientato, e che approfondisce alcuni aspetti dell’evoluzione della sinistra francese a cavallo della Seconda Guerra mondiale, il romanzo esplode nelle mani e nel cuore del lettore il quale, anziché trovare risposte alla sua angoscia, che cresce e incalza lungo una trama fitta di bivi e interrogativi, finisce col mettere in discussione il suo stesso mondo interiore fatto di credenze, valori, idee.
Malapace è inoltre un romanzo che affronta un tema universale, sebbene di grande attualità, riassumibile nella domanda: «è legittimo invocare la pace a tutti i costi?», un interrogativo da affrontare solo se si è pronti a mettersi in discussione e ad accettare che anche un’ottima idea, se difesa in termini assoluti, può portarci alla morte.” (red)


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