Ricordo e riflessione sulla figura del sen. Armando Scarpino, nel 47esimo anniversario della morte

Ricordo e riflessione sulla figura del sen. Armando Scarpino, nel 47esimo anniversario della morte

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“Il 20 Febbraio 2023 ricorre il 47mo anniversario della scomparsa del Prof. Sen. Armando Scarpino, nato a Nicastro il 12/02/1922.
La figura di Armando Scarpino occupa sicuramente un posto particolare nel panorama politico lametino, ma non solo.
Ordinario di Lettere Classiche, Armando Scarpino, più volte Consigliere Comunale, fu eletto con il Partito Comunista Italiano (P.C.I.) la prima volta al Senato della Repubblica nel 1963 (IV Legislatura) e una seconda volta nel 1972 (VI Legislatura), anno in cui fu anche eletta, sempre con il P.C.I., la Prof.ssa On. Graziella Riga alla Camera dei Deputati.
L’attività parlamentare di Armando Scarpino è stata intensissima, ma non fece mai mancare il suo apporto alla sua terra a cui era molto legato.
Schierandosi sempre dalla parte dei più deboli, Scarpino si spese intensamente per il diritto alla coltivazione della terra, con l’occupazione delle terreni del latifondo, per la lotta contro l’analfabetizzazione, per il diritto al lavoro, allo studio, alla salute.
Su suggerimento della moglie, la Prof.ssa Albertina Barilaro, Insegnante di Educazione Fisica e Fondatrice dell’A.P.D. Gascal, affiliata alla Federazione Ginnastica d’Italia (F.G.I.) sin dal 1964, è suo il Disegno di Legge atto a modificare il Programma di Studio dell’”Istituto Superiore di Educazione Fisica” (I.S.E.F.) con conseguimento della Laurea
Magistrale, per dare la giusta importanza ad una materia considerata “minore” in ambito accademico. Molti anni dopo verrà istituita la Laurea in “Scienze Motorie”.
Durante la Presidenza di Aldo Tomaino, in qualità di Consigliere del C.D.A. dell’Ospedale Civile di Lamezia Terme, unico rappresentante del P.C.I., contribuì molto al miglioramento della Sanità a Lamezia Terme e del suo Circondario potenziando l’Ospedale Civile, ottenendo la realizzazione dell’Unità Coronarica e l’inizio dei lavori del Nuovo Ospedale, che dopo la sua scomparsa si arrestarono per diversi anni.
Fruttuoso e sinergico il rapporto con il citato Presidente Tomaino e con i Primari dell’epoca, tra cui ricordiamo: Ardito, Borelli, Borrello, Frasca, Giraldi, D. Menniti, V. Menniti, Notaro, Virgillo, Zofrea ed altri, veri caposcuola della Sanità Lametina.
Nonostante avessero anche diverso orientamento politico, Armando Scarpino anteponeva a qualunque posizione ideologica obiettivi comuni da realizzare per garantire una vera Sanità indistintamente a tutti.
Intenso è stato il suo impegno affinché Lamezia Terme avesse l’Università e determinante quello per il nascente Aeroporto.
Sebbene fosse Senatore della Repubblica, era possibile trovarlo la domenica a distribuire,“l’Unità”, organo del P.C.I., sul Corso Numistrano di Lamezia Terme ed anche nel portare personalmente agli stabilimenti della S.I.R. i viveri agli operai rimasti senza lavoro, di cui molti provenienti da altre parti d’Italia e quindi senza alcun sostegno.
Dal suo “sentire” interno scaturiva l’impegno coerente per le necessità vere e per la dignità dei più deboli.
E’ opinione comune che Armando Scarpino fosse uomo di grande cultura, specchiata onestà, profonda umanità e capace di uno sguardo politico molto ampio. La sua convinzione che il P.C.I. dovesse aprirsi al mondo cattolico e le sue critiche ai non pochi errori nei paesi di oltre cortina ne dimostrano sicuramente alcune tra le tante intuizioni in
tempi non sospetti.
E’ stato molto amato dai suoi studenti, con cui aveva un rapporto assolutamente aperto e costruttivo, e molto stimato anche dai suoi avversari in ambito politico.
Si spense a Roma il 20 Febbraio del 1976 dopo una seduta al Senato. Il 12 Febbraio aveva appena compiuto 54 anni.
Anche se, come diceva, era un po’ stanco non avrebbe mai potuto mancare ad un appuntamento parlamentare che riguardava l’importante rapporto con la DC di Aldo Moro, di fatto si trattava di lavorare per garantire un futuro diverso e migliore al nostro Paese.
Il P.C.I., a quei tempi, grazie all’impegno di tutte le donne e degli uomini che lo sostenevano, raggiunse i massimi storici in Calabria ed Armando Scarpino, non da una posizione di forza ma di ampia collaborazione ed inclusione, scelse una direzione inedita durante il mandato del Sindaco Vittorio Esposito (DC): Lamezia Terme – forse unico caso
nel nostro Paese – vedeva la realizzazione di quel “Compromesso Storico”, le cui radici sono ben più antiche di quanto si pensi, il resto della storia nazionale è ben noto.
Da docente e politico ha infuso in tutti i suoi interlocutori lo stimolo a costruire un proprio pensiero libero e critico, rispettoso di altri punti di vista, dignitoso e coerente.
Le moltissime testimonianze ricevute lo descrivono sempre disponibile ad un ascolto attento ed incline ad un incontro tra le diverse posizioni, lontanissimo da ogni interesse di parte politica o personale, fermo sul rigore intellettuale da esprimere con coraggio, coerenza ed umanità, qualità che tutti gli riconoscono.
Per chi lo ha conosciuto e frequentato la testimonianza è unanime.
Per comprendere la visione ampia e critica del suo pensiero, si vuole ricordare un episodio.
Convinto che il sistema sovietico dovesse, per molti aspetti, avviare una nuova fase, nel 1968 aveva intravisto nella Primavera di Praga un tentativo di dissenso costruttivo che potesse avviare tale cambiamento.
Ricevuta la notizia dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Armata Rossa, Armando Scarpino, in servizio da docente presso l’Istituto per Geometri, entrato in aula prevedendo e prevenendo la reazione degli alunni che lo attendevano in silenzio, probabilmente attendendo un commento sull’evento, li freddò laconicamente comunicando
di aver già inviato un telegramma di dissenso alle autorità sovietiche (testimonianza diretta del Dott. Edmondo Aiello, suo alunno di allora). Per un appartenente al P.C.I. a quei tempi non era davvero cosa da poco!
Il ricorrente ricordo del Prof. Sen. Armando Scarpino ci trova sempre più lontani dallo spessore culturale, dalla sensibilità nell’ascoltare, dall’onestà intellettuale e dal coraggio di affrontare i problemi di uomini di tale caratura per cui, e per altri di quella generazione, la politica era strumento per migliorare le condizioni di tutti e non opportunità per i propri interessi.
Forse oggi, più che mai, per guardare al futuro occorrerebbe rivolgersi con umiltà al proprio passato.
Le commemorazioni hanno il dovere di ricordare ciò che è stato, ossia la Storia, ma anche di capire quanto le istanze di un periodo passato possano servire, senza alcuna forzatura filosofica o ideologica, ad un’analisi della contemporaneità.
Tra le sue lotte politiche Armando Scarpino ha affrontato quella contro l’analfabetismo.
L’odierna abbondanza di informazione che giunge dai media, compresi i cosiddetti “social” – tra cui una buona parte è pura disinformazione – crea oggi un nuovo analfabetismo di ritorno dovuto all’impossibilità di gestire quel volume di notizie a cui si è sottoposti, spesso senza alcuna visione critica ed in maniera superficiale, e che rischia di costruire un punto di vista privo di base obiettiva, storica, scientifica attendibile, oltre a poter essere causa di un isolamento pericoloso e tendente a falsare la realtà.
Nonostante l’indubbia utilità dei “social”, l’immensa quantità di notizie ed informazioni, purtroppo non sempre attendibili, se non criticamente filtrate possono sfociare in una Comunicazione falsata tra i cui rimedi vi è senz’altro quello di utilizzare il proprio senso critico che trova la sua principale fonte, nel periodo della formazione scolastica, in una valida Istruzione Pubblica.
Ed ecco che l’intervento di Armando Scarpino al Senato della Repubblica del 23 ottobre 1963 “Per assicurare a tutti indistintamente il diritto alla scuola”, viene qui citato, rapportando l’intervento ai nostri giorni, per l’attuale validità nel voler garantire una Scuola Pubblica seria, sana e per tutti atta a favorire un pensiero critico proprio e indispensabile per debellare i rischi sopra ventilati.
Questa osservazione è strettamente collegata all’attuale crisi della politica che è sotto gli occhi di tutti: bassa percentuale di votanti, disinteresse, soprattutto da parte dei giovani, dovuto alla ormai sentita irreversibilità di un destino sociale ormai scritto, aumento della subalternità a causa di un mondo del lavoro fortemente malato tanto da fare registrare in Italia cinque milioni di poveri veri, quindi ben al di sotto della soglia di sussistenza.
La Sinistra non riesce a reagire in un momento in cui dovrebbe avere campo libero per esprimere al meglio le proprie istanze. Ma non può farlo. Perché? L’elettore di Sinistra è quello che storicamente ha sempre rispettato il diritto al voto considerandolo un dovere per eleggere i propri rappresentanti. Cosa significa allora una forte astensione dell’elettorato di Sinistra? Semplicemente che la Sinistra si è svuotata dei propri contenuti! Non rappresentando quello per cui esiste ha solo creato una totale disaffezione. In questo, a nostro avviso, risiedono le ragioni del risultato elettorale delle recenti Elezioni Regionali nel Lazio ed in Lombardia, con un Centro Destra che probabilmente darà risposte a
problemi che la Sinistra non ha affrontato.
Di fronte a chi è in difficoltà se non si riesce a comprenderne i bisogni, le difficoltà, gli stati d’animo ed i problemi che ne derivano la politica fallisce.
Se l’attenzione verso le prime necessità dei cittadini è quasi nulla di fronte ad altri interessi, generalmente privati, che sembrano costituire la principale molla di ogni azione politica, non ci si può aspettare altro.
A pensarci bene stiamo vivendo un paradosso: crisi economica con aggravamento delle classi più deboli ed una sinistra sempre meno credibile e senza una visione.
Ed è proprio la visione che manca.
Se non si affrontano le necessità degli ultimi, scevri da ogni retorica e propaganda elettorale, con uno slancio fattivo per risolvere i problemi che vanno dalla Sanità, all’Istruzione, al Lavoro come risollevare le sorti dello stato sociale? In questo sono carenti tutti i partiti, i sindacati ed in parte le associazioni, tra le quali si distinguono quelle di volontariato la cui opera è apprezzabilissima, soprattutto se confrontata ad una politica che però non fa la sua parte.
Stanchezza, difficoltà, indolenza, disinteresse, arroganza, mancanza di cultura, di umiltà e di dialogo sono il vero problema di chi vorrebbe far politica.
Quanto è importante spiegare un programma elettorale affinché liberamente si possa decidere se affidare le proprie convinzioni, il proprio futuro ad una rappresentanza degna e coerente? E’ proprio lì il problema: vogliamo una grande politica senza la fatica di costruirla! Non è possibile!
La politica ha bisogno di una serie di ingredienti ormai difficili da trovare ma indispensabili per il suo funzionamento. Ribaltare questo stato è il primo passo per l’azione di una politica seria e sana!
Ed ecco che il salto storico verso il periodo in cui Armando Scarpino ha militato non è né retorico e né azzardato!
Quello che a quei tempi era impensabile era la delega di un voto senza alcuna preoccupazione delle conseguenze, il che dimostra attualmente un reale crollo dell’impostazione culturale della politica.
Il Berlusconismo ha significato soprattutto questo: delegare e disinteressarsi alla cosa pubblica perché qualcun altro potesse farlo al nostro posto: errore madornale e quasi irreversibile che è tra le maggiori cause di ciò che stiamo vivendo. Errore in cui anche la sinistra è più volte caduta. Ma perché si parla di sinistra? Perché quella attuale è la
maggiormente inquisita in un fallimento che proseguirà ulteriormente per mancanza di una visione, di una progettualità di una comunicazione vera con il cittadino che si esprime spesso con una una mera richiesta di voto verso una candidato apparso da un cilindro e fresco di giornata!
Non si vuole essere retorici. Il tempo è passato ma il recupero di alcune istanze è necessario ed inevitabile. Costa molto? Costa moltissimo, ma è l’unica via. La politica si fa per la gente e con la gente. Quella di sinistra nasce per tutelare i più deboli ed i più disagiati che, ad esempio, potrebbero essere rappresentati anche da medici o da operatori
sanitari di un ospedale che non permette loro di lavorare come dovrebbero e come vorrebbero. Armando Scarpino è appartenuto ad una classe politica che ha inteso procedere sulla linea della cultura, dell’umiltà, dell’onestà e del rispetto dell’avversario, ma – Armando Scarpino in particolare – anche del coraggio, della coerenza spiegando e mai imponendo un punto di vista. Oggi manca tutto. Cosa si può pretendere? Sicuramente molti passi indietro verso quelle qualità poco sopra elencate.
Armando Scarpino e tutta quella generazione di militanti, elettori, ma anche di avversari, hanno assunto un impegno diverso rispetto ad oggi. Scarpino e quei Compagni hanno sostenuto una sinistra colta, poco retorica ma molto concreta ed attenta ai problemi della comunità tutta ed alla loro soluzione, una sinistra critica anche verso le posizioni assunte
oltre la cortina di ferro ed aperta anche ad un dialogo che l’omicidio Moro ha interrotto bruscamente. Il ricordo di Armando Scarpino è molto forte tra gli studenti, gli amici, i compagni, i militanti ma anche tra gli avversari che in molti casi ne hanno elogiato le intuizioni, la cultura, la disponibilità, il coraggio, l’onestà, la coerenza e l’umanità. Ma
perché? Perché Scarpino ascoltava, apprendeva, spiegava e costruiva un rapporto vicendevole di comunicazione con l’interlocutore, chiunque fosse. Armando Scarpino era la sua terra e la sua gente, a cui, come disse il collega Sen. Remo Salati, era legato ferocemente. Per tutto questo, Armando Scarpino ha lottato fino alla fine per l’emancipazione di questa terra garantendo il diritto degli ultimi e dei più disagiati soprattutto verso l’Istruzione Pubblica e verso una Sanità, che da Consigliere d’Amministrazione dell’Ospedale Civile, insieme a tutti i Primari di allora, vera eccellenza,
aveva portato ai vertici della Sanità della Calabria. Se osserviamo l’attuale situazione della Sanità locale forse ci si potrà esimere da ogni commento!
Questo Paese non favorisce il lavoro e da qui la crescita: i laureati saranno sempre quelli che se lo possono permettere e che lasceranno, come spesso è avvenuto, la propria terra, ed i malati che non potendo accedere ad una sanità privata ne hanno a disposizione una pubblica che non funziona!
La politica non sta dalla parte di chi ha veramente bisogno. Risultato? Mancanza di lavoro, di prospettiva e regressione demografica con governi incapaci a ribaltare questa tendenza e di attuare un cosiddetto “piano industriale nazionale” per l’occupazione. L’attuale mondo del lavoro spinge sempre più verso una subalternità che la sinistra ha da sempre avversato e più di una volta, in qualche parte del Paese, ampiamente ridotto ma, guarda caso, questo
accadeva maggiormente proprio ai tempi di Armando Scarpino.
Invece di recuperare le migliori intuizioni ed i risultati ottenuti da quel P.C.I. oggi se ne ha paura e si fa di tutto – forse complice l’insulsa analogia con il conflitto Russo – Ucraino – per dimenticarlo. Questa paura deve avere attraversato anche Roberto Benigni – notoriamente di sinistra – che durante il Festival di Sanremo, citando le qualità della
nostra Costituzione – il premio Oscar aveva votato “Sì” al referendum Renzi-Boschi per la modifica costituzionale, poi non approvata – ha dimenticato di citare Togliatti e Terracini, oltre a De Gasperi, tra i principali padri dell’Assemblea Costituente, gran brutto segno per la memoria storica del Paese.
Cara Politica, Cara Sinistra, si è cercato di elencare qualche ricetta che Armando Scarpino da Docente, Militante e Parlamentare, insieme a tutti le Compagne ed i Compagni, eminenti protagonisti di quei tempi irripetibili, ci ha offerto fino alla fine.
Chi scrive, forte dei documenti e di moltissime testimonianze – oltre ai personali ricordi – puntualmente evidenzia il massimo distacco da ogni legame parentale per offrire un profilo emendato da ogni affetto personale affidando il Prof. Sen. Armando Scarpino alla Storia della sua terra, della sua gente e di un periodo della storia del nostro Paese che in
parte va assolutamente recuperato. Ma per tutti coloro che onestamente ricordano il Prof. Sen. Armando Scarpino siamo sicuri che si ritroveranno in quanto riportato poiché, dalle moltissime testimonianze ricevute, il responso è unanime.
E’ ora di decidere: Armando Scarpino e quella generazione di militanti la lezione ce l’hanno data. Sta a noi, qualunque sia il nostro pensiero ed il nostro orientamento, iniziare finalmente a fare!”.

Ricordo e riflessione a cura di Francesco Scarpino.


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